Ha scritto una lettera al Comandante Generale della Guardia di Finanza chiedendogli di salvare le vite di quanti operano a contatto con l’amianto, ma soprattutto di pensare alle famiglie di coloro che sono morti proprio a causa di queste patologie.
Dal Cin deve rimanere quasi tutta la giornata disteso sul letto per evitare tra l’altro che aumenti il ritmo del battito cardiaco, già oltre la soglia, e perché avverte dispnea e soffocamento. Sa che è in atto la bonifica delle caserme dalla presenza di amianto. “Quando lascerò questa vita, purtroppo assai presto, per quello che mi dicono i sanitari, almeno potrò dire che la mia morte potrà servire a qualche cosa. La lucida consapevolezza della mia fine, che come dicono i sanitari arriverà per arresto cardiocircolatorio (infatti l’asbestosi ha determinato seri problemi di funzionalità cardiaca, e non a caso l’art. 4 della l. 780/75, per i dipendenti privati sancisce la indennizzabilità anche delle patologie cardiocircolatorie per coloro che sono affetti da asbestosi), e la tragedia legata al fatto che ho tre figli, di cui gli ultimi due in tenera età, Anna di sette anni e Matteo di 17 mesi, che purtroppo rimarranno solo con la madre e cioè con mia moglie che peraltro è affetta da Sclerosi Multipla e Morbo di Basedow, non mi impedisce di mantenere quella saldezza e quella speranza, e anche quella forza che mi ha infuso il servizio, che ho prestato nella Guardia di Finanza per quasi un quarto di secolo”, scrive Dal Cin.
“La imploro dunque di proseguire questa attività di bonifica e di decontaminazione delle Caserme ma Le chiedo pure di non lasciarci soli, di non lasciare soli i ragazzi che rimarranno orfani per il fatto che non siamo stati avvertiti della presenza del minerale killer e del fatto che bastassero poche fibre per contrarre il tumore”. La lettera è stata pubblicata integralmente da affaritaliani.it.