Non accenna a spegnersi la protesta dei residenti di Villaggio Ardeatino. Prendere lo scuolabus, per i bambini e adolescenti, o i mezzi pubblici, per i normali cittadini, resta un’impresa difficile e rischiosa. Ci troviamo nel grosso quartiere residenziale situato al confine con Albano e Pomezia, proprio ai piedi dei Castelli Romani, esattamente davanti al VII invaso della discarica di Roncigliano. «La corsetta del pullman per gli adolescenti delle scuole superiori, dopo la nostra protesta – esordisce Marco, un papà – è stata finalmente predisposta. Ma passa sulla Via Ardeatina alle 6,30 di mattina. Per arrivare alla cosiddetta fermata priva di pensilina, permettetemi l’ironia, non c’è un marciapiede, qualche lampione, dei lampeggianti. Le strisce pedonali sono sbiadite . E le macchine ed i mezzi pesanti sfrecciano a tutta velocità, coi ragazzi costretti a camminare in un fosso adiacente alla strada. A quell’ora è buio pesto. Con l’inverno alle porte e, spesso, la pioggia. Per di più, i ragazzi entrano in aula alle 8,15». E conclude: «voi vi sentireste tranquilli lasciando i vostri figli in un posto del genere?». Per fortuna, invece, gli scuolabus per le scuole elementari e medie passano alle 7 all’interno del Villaggio Ardeatino, in un posto considerato da nonni e genitori decisamente più sicuro. Ma i problemi, purtroppo, non mancano neanche in questo caso: «A settembre abbiamo firmato, come ogni anno, un contratto di servizio che prevedeva una riduzione del 50% del costo dell’abbonamento mensile a partire dai secondi figli”– sbotta Elisabetta, una giovane mamma della zona -, ma subito dopo la nostra denuncia pubblica, la collaboratrice dello scuolabus ci ha comunicato, a voce, che le riduzioni erano state improvvisamente soppresse. Ci è stato detto, sempre e solo a voce, che l’amministrazione comunale ha finito i soldi. E che dovremmo pagare, a partire da novembre, il prezzo pieno dell’abbonamento per tutti. Oltre, non ci crederete, alla parte “mancante” dei mesi di settembre e ottobre, che abbiamo invece già corrisposto. Ma vi pare normale?». Gli fa eco Maria, un’altra mamma: «I soldi extra che ci chiedono solo ora non glieli daremo, visto che il contratto che abbiamo firmato a inizio anno parla chiaro. Non ci permettiamo di sostenere si tratti di una ritorsione, ma ci sentiamo calpestati una volta di più -, e continua -: inoltre, i mezzi sono in condizioni letteralmente disastrose. Onestamente, non mi sento per niente tranquilla a mandare i miei figli su quelle vere e proprie “carrette” della strada.” Livia, una nonna tutto pepe, sostiene: «è inaccettabile, certo, la carenza di mezzi pubblici per noi cittadini. Ma questa situazione che si ritorce contro i bambini e adolescenti deve cessare immediatamente. Spero che chi di dovere si attivi subito per risolvere il problema prima, magari, di dover piangere qualche disgrazia». Speriamo, stavolta, sia davvero così.