“L’esperienza del Consiglio dei Giovani è motivo di formazione e di crescita per coloro che si accingeranno a intraprendere questo percorso – spiega l’Assessore alla cultura Francesca Barbaliscia –, un organo collegiale che porterà i ragazzi a relazionarsi, fare gruppo, mettere in moto le loro idee e scambiarsi opinioni sul loro futuro. Soprattutto, le idee dei giovani e il loro occhio attento possono essere un faro per l’Amministrazione per individuare le strade giuste per valorizzare le politiche giovanili”.
In un momento in cui c’è una crisi di valori e i ragazzi non credono molto in loro stessi, questa potrebbe essere la strada di stimolo per suscitare nuovi interessi nella politica “sana”, quella fatta per il bene comune e non per il proprio orgoglio.
“Abbiamo fatto tesoro della prima esperienza, mettendo sul piatto le cose positive e quelle meno, così da ripartire col piede giusto”, conclude Barbaliscia. Ora inizierà la fase organizzativa. La più lunga e complicata.