Alle cronache è passato come l’ecomostro. Si tratta dell’edificio polifunzionale al porto di Nettuno, parte degli interventi che stava compiendo la società Marina di Nettuno nella struttura portuale quando venne bloccata dalla Procura di Velletri, che sequestrò anche l’edificio. L’ultima speranza per la società che gestisce il porto era quella di ottenere dal Tar l’annullamento dell’ordinanza del Comune, con cui le è stato imposto l’abbattimento di quello e di altri abusi. Ma dopo la condanna penale è arrivata la doccia fredda anche sul fronte amministrativo: nessun condono è possibile e i manufatti irregolari devono essere demoliti,
La società Marina di Nettuno è titolare di una concessione demaniale, rilasciata nel 2003, e gestisce il porto turistico. In quell’area erano previsti anche un cantiere, un centro commerciale e altre strutture, oltre a banchine e opere di consolidamento della muratura frangiflutti. Quegli interventi non convinsero però la Procura di Velletri, che aprì un’inchiesta, fece apporre i sigilli al cosiddetto ecomostro e indagò manager, politici e dirigenti comunali. Allo stesso tempo, nel 2009, dopo una serie di controlli sulla regolarità delle opere realizzate, lo stesso Comune bloccò il cantiere, negando poi la sanatoria chiesta dalla Marina di Nettuno e disponendo, il 7 maggio di quell’anno, la demolizione dei manufatti costruiti in difformità al permesso a costruire rilasciato il 3 agosto 2006 alla società o direttamente senza autorizzazione, in un’area demaniale marittima sottoposta a tutela paesistica e ambientale. Una vicenda per cui, sul fronte penale, al termine di un processo per abuso d’ufficio, abusivismo edilizio e falso, il Tribunale di Velletri ha condannato l’ex amministratore delegato della Marina di Nettuno, Giuliano Valente, e l’ex dirigente comunale Giampiero Quatrini, contro i quali lo stesso Comune si è costituto parte civile, disponendo anche il risarcimento all’ente pubblico e la demolizione delle opere incriminate.
Il Tar del Lazio, invece, ha ora rigettato il ricorso con cui la Marina di Nettuno aveva chiesto di annullare l’ordinanza di demolizione, parlando di piccole difformità nell’edificio polifunzionale e di ordinaria manutenzione sulle opere frangiflutto. Niente da fare. E condanna pure in questo caso a risarcire il Comune, anche se solo delle spese legali.