Sopra le falde idriche e a ridosso delle sorgenti di Carano, che alimentano gli acquedotti di Aprilia, Anzio e Nettuno: eccola la gigantesca discarica che la Ecoparco Srl vuol realizzare prima possibile, per una capacità di due milioni di metri cubi dove interrare rifiuti, civili e industriali, anche speciali e pericolosi. La notizia, lanciata sullo scorso numero del Caffè, è arrivata su tv e giornali nazionali. Ora siamo in grado di mostrarvi la mappa inedita che mostra di cosa si tratta: i “Lotti” numerati 1, 2, 3 e 4 che si vedono nella parte alta della planimetria sono le quattro enormi vasche per seppellire l’immondizia. Hanno una profondità notevole, dai 22 ai 33 metri secondo i calcoli dell’architetto al quale il Caffè ha sottoposto il progetto. COmplessivamente i 4 invasi saranno estesi quanto 11 campi di calcio. Il luogo è a due passi dal carcere di Velletri, sulla provinciale Cisternense (la Cisterna – Campoleone) nel bel mezzo di una territorio ad alta vocazione agricola e con produzioni di pregio. «Una vera e propria follia, geologicamente parlando», sostiene Fabio Taddei, geologo, ex consigliere comunale a Velletri. «In quel punto difatti – continua il tecnico, che teme contaminazioni – la falda si trova a non più di 30 metri di profondità. Appena poco più in là, in direzione delle sorgenti e falde di Carano, si pesca l’acqua a 6 metri di profondità. Non so se mi spiego. Il rischio che i percolati di scolo dei rifiuti finiscano nell’acqua, quindi, è altissimo». Cosa successa ad esempio con le discariche di Roncigliano (Albano) e Borgo Montello, a Latina confine con Nettuno. La discarica e servizi annessi occuperebbe 75 ettari. Ma complessivamente, l’iniziativa riguarda 100 ettari, per trasformare una vecchia cava di pozzolana in una città dell’immondizia. Oltre alla megadiscarica, infatti, il progetto contempla anche un impianto di cosiddetto “bio”gas per veicoli, con annesso impianto di stoccaggio e distribuzione; un centro per trattare 30mila metri cubi all’anno di percolati, ovvero rifiuti speciali liquidi: fanghi di impianti di depurazione civili e industriali, fanghi residui di processi industriali, etc. Su un terreno attaccato a questo nuovo maxi polo dei rifiuti, è previsto inoltre un impianto a “bio” gas della Volsca Ambiente e Servizi spa, la municipalizzata dei Comuni di Albano, Velletri e Lariano, che dovrebbe trattare altre 33mila tonnellate all’anno di rifiuti, giunto alla fase di assoggettabilità V.I.A., la valutazione di impatto ambientale davanti la Regione Lazio. tuto ciò per molti è giù un incubo, che dai Castelli Romani rishcia di interessare prima o poi anche chi vivve a valle, ad Aprilia, Anzio e Nettuno, dove arriva la buona acqua delle sorgenti di Carano situate a meno di 4 km dal sito individuatoa per questo mega-centro dei rifiuti. C’è tempo fino al 10 ottobre per presentare osservazioni in Regione ed opporsi al progetto. Di sicuro possono farlo, oltre che il Comune di Velletri, anche le Amministrazioni comunali interessate da eventuali ricadute ambientali del progetto stesso. Sul nuovo numero de il CAffè di Aprilia e dei Castelli (consultabili gratis anche su questo sito) ampia inchiesta sulla vicenda.
10/09/2014