Il capitale di Aviointeriors è finito a Londra. Mentre gli operai, temendo la perdita di circa 200 posti di lavoro e alle prese con ritardi nelle paghe, il denaro della società produttrice di sedili per aerei, di Tor Tre Ponti, ha spostato nuovamente le sue risorse, affidandole a una ltd, private limited company, londinese.
Eventuali tentativi di recuperare soldi da parte dei creditori, essendo gli immobili dell’Avio in mano ad altre società e il capitale nel Regno Unito, appaiono così più che difficili.
Nel 2007 il capitale dell’Agw, la vecchia Avio, venne controllato dalla Alven 24 spa, società che gestiva le partecipazioni della società del gruppo e a sua volta controllata dall’imprenditore campano Alberto Veneruso. Tre anni fa, tanto per l’Agw quanto per l’Alfer, la ex Rail, la sede sociale venne poi trasferita in Lussemburgo e i capitali spediti a in Uruguay, alla Mecapoint SA, gestita da Giovanni Prandoni, uomo di fiducia di Veneruso. Infine le stesse partecipazioni con le società insolventi, sempre nel 2011, vennero cedute dall’Alven alla Mps fiduciaria spa, rendendole difficilmente aggredibili. “Uno schermo societario”, si legge negli atti depositati in Tribunale dalla curatela. Nella primavera 2012 il Tribunale di Latina ha dichiarato fallite sia Agw che Alfer.
La Procura di Latina ha aperto un’inchiesta per bancarotta, la curatela dell’Agw ha citato davanti al Tribunale per le imprese Veneruso, altri quattro manager e la stessa Aviointeriors spa, chiedendo un risarcimento tra i 12,2 e i 23,6 milioni di euro. Stessa iniziativa da parte della curatela dell’Alfer, che ha chiesto agli stessi manager e all’Alven, con due distinte azioni, un totale di oltre 12 milioni di euro.
Il capitale di Avio è stato però spostato di nuovo, passando dalla fiduciaria Mps alla società di Londra. Tutto più difficile.