Niente contributo, ma anche niente palco per i cinquant’anni della Chiesa di San Giuseppe a Casalazzara, quartiere di seimila anime che quest’anno è rimasto a bocca asciutta. Nonostante due richieste scritte avanzate dal Comitato parrocchiale, e nonostante – riferiscono – le rassicurazioni verbali su un aiuto ad organizzare l’importante celebrazione, al momento di presentare la richiesta scritta c’è stato il No del Comune. La chiesa è stata costruita esattamente cinquant’anni fa dai contributi volontari dei residenti, quasi tutti di origine trentina migrati dopo la Bonifica, chiamati da Mussolini a bonificare e coltivare quelle terre. Un tributo che quei coloni, provenienti dalla Bosnia dove c’era appunto una colonia trentina, volevano riconoscere a quel territorio che li aveva ospitati, dopo che anni prima avevano costruito una chiesa anche in territorio jugoslavo, a Banja Luka. Per i cinquant’anni – che cadono il 6 settembre prossimo – arriverà anche il Vescovo di Albano Marcello Semeraro a celebrare una messa. Sarà un importante riconoscimento per la comunità, che non ha piazze e luoghi di aggregazione e dunque ha la chiesa come unico punto di ritrovo. Va bene il contributo negato, visto che i soldi non ci sono per nessuno, ma l’Amministrazione concede l’utilizzo del palco ai comitati di quartiere a titolo gratuito. Il palco è del Comune e a montarlo sono gli operai della Multiservizi. Tangibile la delusione di un quartiere che si sente ancora una volta la ‘Cenerentola’ di Aprilia, visto che in un modo o nell’altro – assicurano dal Comitato parrocchiale – gli altri quartieri sono stati comunque aiutati.
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