Confermata in via definitiva la chiusura di quattro punti vendita Coop del Lazio sud: Pomezia (via Cavour) che abbasserà le serrande a partire dal 15 febbraio, Velletri che chiuderà dal 15 marzo e infine Aprilia (via Mascagni) e Colleferro che dismetteranno i centri-vendita entro metà maggio. In sostanza, è l’esito dell’ennesimo faccia a faccia tra Coop, sindacati e lavoratori che si è tenuto al Mise martedì 15 gennaio. Dopo quattro mesi, lo scontro è ripartito da dove si era interrotto a fine novembre, ovvero da un ennesimo faccia a faccia tra dirigenti del colosso del commercio e sindacalisti che ha avuto luogo nella sede romana del Ministero dello Sviluppo Economico situata in via Molise. Nel corso dell’incontro, è stata preannunciata anche la ristrutturazione e il successivo ridimensionamento delle sedi residue di Genzano, Pomezia (via del Mare) e Colleferro. L’azienda ha programmato in totale non meno di 140 esuberi: 100 dalle chiusure dei quattro market e 40 dalle riduzioni delle superfici di vendita nei market residui. Piero Canova, direttore del personale di Unicoop Tirreno, avrebbe chiesto al Ministero di “definire con urgenza la questione in quanto i conti negli otto market continuano a peggiorare”. “La cooperativa sta tagliando i rami secchi e l’occupazione, dopo avere disatteso un accordo nazionale e senza avere un piano industriale di rilancio della attività convincente”, ha affermato invece Paolo Andreani, delegato Uiltucs Nazionale.
NUOVO INCONTRO AL MISE
La Coop è stata strigliata dal Ministero dello Sviluppo Economico, rappresentato dal braccio destro del Ministro Luigi Di Maio, dottor Giorgio Sorial, e dai rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Cobas e Usb. Il colosso del commercio è stato ‘costretto’ ad aumentare gli incentivi all’esodo volontario, ovvero al licenziamento dei lavoratori, che saranno pari a 40mila euro netti a persona. In alternativa, il colosso del commercio ha concesso ai lavoratori la possibilità di avvalersi del trasferimento in una sede toscana con un contributo extra dell’azienda pari a 15000 euro a persona. “Non può esserci fretta quando si tratta della vita dei lavoratori – ha dichiarato a il Caffè Francesco Iacovone,delegato al Commercio e Lavoro Privato di Cobas – dobbiamo valutare con attenzione ogni proposta ed ogni soluzione, ogni strumento che anche il territorio può metterci a disposizione. Non finisce oggi la trattativa, ma un passo avanti è stato fatto. Una prossima riunione ristretta al Mise si terrà la prossima settimana”.
LA CRONISTORIA DELLA CRISI COOP NEL LAZIO SUD
A metà settembre 2018, il Consiglio di Amministrazione di Coop ha annunciato la vendita di otto market tutti situati nel basso Lazio, tra cui i quattro ora a rischio chiusura, più quello di Genzano ed altri. Era già filtrato il nome del presunto acquirente, Pac2000 di Conad, ora non più disponibile all’acquisto. Dopo le accese proteste dei giorni successivi, con due scioperi a cui hanno preso parte tutti i lavoratori dei 39 market Coop del Lazio, il Consiglio di Amministrazione di Coop ha fatto retromarcia ed ha accettato di partecipare ai tavoli tecnici promossi dal Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico, e di trattare possibili soluzioni alternative alla vendita degli 8 market. Dopo tre sedute, il faccia a faccia tra dirigenti e sindacati si è spostato però presso la sede delle della lega nazionale delle Cooperative, a Roma. Infine lo scontro è arrivato addirittura dentro la storica sede Toscana della Coop.