Era il 4 febbraio 2005 quando la polizia giudiziaria, perquisendo un’abitazione ad Ardea, nella zona del Lido dei Coralli, scovò un revolver clandestino. Nascosta nella camera da letto di Francesco Paolo Lombardi, 54 anni, originario di Palermo, gli investigatori trovarono una pistola Smith e Wesson calibro 38, con la matricola abrasa, e il relativo munizionamento. A distanza di quattordici anni da quel blitz, per il 54enne è arrivata ora la condanna definitiva. Il revolver era perfettamente funzionante e Lombardi venne accusato dell’illecita detenzione di quell’arma, del munizionamento e di ricettazione. Una pistola di provenienza ignota. Essendo anche recidivo, il 54enne venne condannato, il 10 febbraio 2011, dal Tribunale di Velletri a quattro anni di reclusione e a pagare 200 euro di multa. Due anni fa un po’ di sconto in appello. La Corte d’Appello di Roma, riformando la sentenza, ha infatti condannato l’imputato a tre anni e mezzo di reclusione e a pagare 1.250 euro di multa. Lombardi ha impugnato anche la seconda sentenza, sostenendo, tra l’altro, che i reati a lui contestati erano prescritti. Il ricorso non ha però convinto la Corte di Cassazione, che lo ha dichiarato inammissibile e reso così definitiva la condanna. L’imputato è stato inoltre condannato a pagare le spese processuali e a versare duemila euro alla Cassa delle ammende.
12/01/2019