Il consiglio comunale ha approvato un nuovo progetto di Alta Diagnostica. «Il Movimento LBC – si legge nella nota inviata alla stampa – ritiene, come già espresso in passato, che la rimodulazione del progetto votata oggi in Consiglio Comunale sia migliorativa, in quanto non solo manterrebbe gli standard di eccellenza, ma determinerebbe una rilevante ottimizzazione funzionale del progetto stesso.
Questo prevede, infatti, l’acquisizione della TAC Force (apparecchiatura che fornisce prestazioni veloci e di altissima performance, tanto da poter eseguire esami sul cuore senza farmaci e sui bambini senza sedazione e mezzi contenitivi), della RMN3 Tesla e, completa ed importantissima novità rispetto al progetto precedente, l’acquisizione di una Sala Ibrida “chiavi in mano” (una sala operatoria multifunzione con competenze polispecialistiche cardiochirurgiche e di chirurgia vascolare), che consentirà di trattare alcune patologie cardiovascolari, ora oggetto di “migrazioni” importanti verso gli Ospedali romani, determinando una crescita sostanziale nell’offerta di salute alla cittadinanza di tutto il territorio provinciale.
Il progetto, inoltre, prevede la collocazione della TAC Force, della RMN3 Tesla e della Sala Ibrida all’interno dell’Ospedale S.M. Goretti, dove, del resto, lo stesso primo protocollo di intesa aveva previsto la realizzazione del Centro. Riportare il progetto all’interno dell’Ospedale significa esprimerne al massimo le sue potenzialità, valorizzando tutte le professionalità coinvolte, sia dell’Ospedale che dell’Università, per assolvere agli obiettivi clinici e di ricerca prefissati. L’Ospedale S.M. Goretti realizzerà un vero e proprio “salto di qualità”, che consentirà di porlo, per qualità di assistenza e dotazione tecnologica, ai vertici degli Ospedali della Regione Lazio.
Nel corso degli ultimi due anni l’Amministrazione comunale, prendendo atto delle criticità emerse rispetto al progetto originario, logistiche, gestionali e di fattibilità (vedi il diniego espresso dalla Regione, nel maggio 2017, all’installazione dell’apparecchiatura all’interno dei locali di viale XVIII Dicembre e le emergenti difficoltà gestionali e di sostenibilità del progetto, espresse da Fondazione Sanità e Ricerca, tali da far esprimere il timore che questo Centro diventasse una “Cattedrale nel deserto” e che non rispondesse ai requisiti di filantropia e di fruibilità per il territorio, che erano alla base dell’idea originaria), si è fatta carico di una rivalutazione del progetto, con il solo scopo di realizzarne il migliore possibile per la città e di non sprecare un’occasione così importante. Nell’ambito della rivalutazione è stato svolto un grande lavoro di analisi e di approfondimento tecnico e amministrativo, in un ambito trasparente e senza finalità di interesse personale, a solo beneficio della popolazione, nel rispetto di un rapporto fattivo con tutti gli attori coinvolti, in primis con Fondazione, che rappresenta una grande risorsa anche per progetti futuri.
Inoltre, prendendo atto delle criticità di gestione a lungo termine della struttura, cosi come era stata prevista nell’accordo del 2015, l’Amministrazione comunale ha riaperto il dialogo con la nuova dirigenza ASL, che si è resa disponibile a far parte del Tavolo. Tutte le componenti coinvolte hanno compreso la grande occasione che questo progetto può rappresentare all’interno della implementazione strutturale e tecnologica della Sanità pontina, voluta dalla Regione e portata avanti con determinazione dalla attuale Dirigenza ASL, riportando nel progetto il soggetto maggiormente titolato a sviluppare gli interessi di sanità della cittadinanza.
Il Comune, essendo nella figura del Sindaco il primo garante della Salute pubblica, ha interpretato questo ruolo, fungendo da catalizzatore tra tutte le figure coinvolte.
Anche l’Amministrazione Provinciale, risarcita dell’investimento di 800.000 euro da parte di Fondazione, “accoglie positivamente l’evoluzione dell’iniziativa che prevede di riportare tale progetto alla originaria previsione realizzativa all’interno dell’Ospedale S.M. Goretti ravvisandone anche un miglioramento funzionale. La Provincia aggiunge apprezzamento per il nuovo progetto per le “ricadute positive per la Comunità.
Nei vari tavoli tecnici, che hanno prodotto la modifica del protocollo d’intesa tutte le parti condividono che le scelte operate generano valore pubblico notevolmente superiore all’originario progetto, sia in termini di valore della strumentazione, sia in termini di ricerca universitaria, inoltre la convenzione garantisce una gestione pubblica ultra trentennale notevolmente superiore ai precedenti accordi”. Infine, nell’intento di essere sempre più trasparenti e partecipativi, il Movimento LBC si farà carico di promuovere incontri pubblici per diffondere i contenuti e le tempistiche del nuovo accordo.