Il processo per il disastro Eco X potrebbe sgonfiarsi come se sitrattasse di un furto di caramelle scadute. È questo uno dei possibili scenari ipotizzabili a seguito dell’udienza a vuoto di oggi 4 dicembre. Nulla è stato deciso, in particolare sul rinvio a giudizio dell’unico imputato Antonio Buongiovanni, difeso dall’avv. Paolo Becatti. Quest’ultimo ha infatti avanzato oggi la proposta di patteggiamento, davanti al Pubblico Ministero, Luigi Paoletti, e al Giudice per l’udienza preliminare Gilberto Muscolo.
In pratica, una via processuale più “snella” con possibilità di pena ridotta (sanzione sostitutiva o pagamento di soldi, diminuita fino a un terzo). Ma ancora più rilevante è il fatto che il patteggiamento significherebbe fare fuori dal processo le parti civili, cioè quelle sentinelle che vogliono invece impegnarsi come parti attive affinché sia scoperta – nell’interesse della collettività – il più possibile la verità e vengano perseguiti gli eventuali responsabili. Vari Enti, associazioni e cittadini hanno chiesto di essere ammessi come parti civili. Puntano così a partecipare in modo attivo e da dentro all’eventuale processo, avendo accesso a tutte la carte ed esprimendosi in udienza. Oltre al Comune di Pomezia, hanno depositato richiesta di costituirsi parte civile anche l’associazione nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie Antonio Caponnetto, l’Osservatorio nazionale amianto O.N.A Onlus, l’associazione A.N.P.A.N.A., due cittadine di Pomezia che hanno accusato malesseri, di cui una refertata al pronto soccorso, entrambe difese dall’avv. Francesco Falco.
ASSENTI ECCELLENTI
Il Pubblico Ministero, dottor Paoletti, aveva indicato come parti offese anche altri soggetti: Ministero dell’Ambiente, Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale, le associazioni a tutela dei consumatori Codacons e U.Di.Con. Tutti assenti all’udienza di oggi 4 dicembre. Il Comune di Pomezia è stato invece presente, nella persona del Sindaco Adriano Zuccalà con il solito avvocato dei 5Stelle Luigi Leoncilli. Nell’odierna udienza preliminare si sarebbe dovuto decidere se processare l’imputato Buongiovanni. Ma il giudice Gilberto Muscolo ha dovuto rimandare al 15 gennaio i lavori. Colpa di un paio di notifiche sballate, alla Regione Lazio e alla Città Metropolitana, l’ex Provincia di Roma.
RIQUALIFICARE IL REATO COME DOLOSO, PER EVITARE CHE SFUMI IL PROCESSO
In questa vicenda più di qualcosa sembra non tornare: basti pensare che la EcoX – autorizzata dalla Regione Lazio – operava senza sistema antincendio, nonostante un decreto penale di condanna proprio per tale carenza. A meno che non si arrivi a riqualificare il tipo di reato, da colposo a doloso (cioè intenzionalmente commesso), come ha proposto l’avvocato Falco oggi in aula, l’unico a sollevare questo tema. Potrebbe diventare lo spillo che inceppa un certo ingranaggio e far ripartire la macchina in altro modo, e – come auspicano le parti civili – magari farla approdare ad un traguardo di giustizia come tutti in Procura e tra la popolazione desiderano.
In sostanza, si tratta di ipotizzare un reato con pena maggiore così da poter eventualmente evitare il patteggiamento, ammissibile solo fino a un a certa soglia di pena. Anche su questo punto – salvo altre sviste nelle notifiche – si discuterà e si dovrebbe decidere il 15 gennaio, sempre che tutte le notifiche vadano a buon fine. Una nota di colore dal calendario: il 4 dicembre è il giorno di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco. Quelli che rilevarono anni addietro le gravi carenze antincendio della Eco X. Un’attività andata in fumo, insieme alle tonnellate di materiali bruciati nello stabilimento Eco X ammorbando per giorni e giorni l’aria, il cielo e il suolo del vasto comprensorio circostante, tra litorale, Roma sud, Castelli Romani e Aprilia.