Tanfo e rumori insopportabili, a tutte le ore, e conseguenze sulla salute. Questi i motivi della denuncia querela penale inoltrata da alcuni cittadini di Aprilia del quartiere Frassineto contro Acqualatina Spa. Si tratta di famiglie che abitano vicino al depuratore di via del Campo, già chiacchieratissimo per appalto, progettazione e realizzazione e finito in passato al centro di un’inchiesta penale per inquinamento ambientale. I residenti si sono ora rivolti alla Procura della Repubblica di Latina lamentando una situazione insostenibile, poiché- si legge nella denuncia, “da diversi anni subiscono, giorno e notte, le emissioni acustiche dell’impianto consistenti nel ripetersi, durante l’intera giornata e a intervalli di circa 30 minuti, di un assordante frastuono tipo insufflazione generata da motori di soffiaggio nonché nell’incessante rumore di tipo meccanico generato dall’attività del depuratore”. E il problema denunciato si aggreverebbe quando le persone dormono o almeno ci provano: “La notte, tali rumori risultano non sopportabili e di maggiore intensità, tanto da non consentire il riposo notturno e di conseguenza incidere sulla salute delle famiglie (una settantina, ndr) che risiedono a breve distanza dall’impianto”. Impianto già al centro di gravi fatti per essere stato progettato e costruito male sin dall’inizio con conseguente malfunzionamento. “Si rileva che le macchine dell’impianto – prosegue la denuncia del Comitato di Quartiere Frassineto -, poste all’aperto in assenza di barriere naturali o artificiali in grado di limitarne le emissioni, lavorano a ciclo continuo. […] Gli effetti più evidente dell’impatto delle emissioni sonore provenienti dall’impianto di via del Campo sono rappresentati dai fenomeni legati a insonnia, scarsa concentrazione e cefalea”. Problemi alla salute e tranquillità vengono lamentati anche rispetto alle puzze che il depuratore sprigiona: “Si denunciano le emissioni maleodoranti di miasmi provenienti dall’impianto, che producono irritazione agli occhi, capogiri difficoltà di concentrazione”. I cittadini sottolineano, poi, l’aggravamento della situazione durante i mesi caldi: “Il problema diventa insostenibile nel periodo estivo (per l’esigenza di mantenere aperti gli infissi) e più preoccupante, se si vuole, per il dubbio sulla eventuale presenza di emissioni di sostanze chimiche inodori. Tale dubbio si è ingenerato nel tempo come conseguenza del comportamento della società, sorda alle richieste degli abitanti della zona”. I cittadini hanno infatti richiesto a più riprese interventi alla società, ma “nonostante più volte Acqualatina si sia impegnata a effettuare lavori che limitassero le emissioni rumorose e maleodoranti – dice la denuncia – ad oggi la situazione non è cambiata. Piuttosto si sono rilevate momentanee diminuzioni dell’attività e quindi delle emissioni in seguito alla denunce presentate, o in occasione dei rilievi fonometrici (cioè sui livelli di rumorosità, ndr) effettuati dai tecnici di Arpla Lazio nel 2008”. Sei anni dopo, i residenti ipotizzano qualcosa di assai grave, se vero: “In quell’occasione, la società, probabilmente avvertita dei rilievi, ha bloccato le macchine proprio la sera in cui erano previste le analisi fonometriche, salvo poi riprenderle con le consuete emissioni”. Sulla pericolosità di tali rumori, i firmatari della querela penale citano una relazione scientifica realizzata su incarico di una famiglia della zona. In tale relazione “è stato accertato – scrivono i querelanti – che le immissioni ed emissioni sonore dell’impianto superano i valori minimi legali stabiliti dal Piano di Zonizzazione Acustica adottato dal Comune di Aprilia in applicazione del DPCM 14/11/1997”. Perciò, i cittadini chiedono anche tutti i provvedimenti idonei a far cessare ogni attività illecita e chiedono a tale scopo di disporre sul depuratore di via del Campo “una consulenza tecnica che ne determini i livelli delle emissioni ed immissioni sonore ed analizzi la qualità dell’aria sia sotto il profilo dell’inquinamento batteriologico e chimico sia sotto il profilo ella presenza di emissioni maleodoranti”. Quel depuratore è stato già oggetto di una inchiesta della Procura della Repubblica di Latina e di una condanna. Nel novembre 2008, il giudice del Tribunale penale di Latina, Paola Di Nicola, condannò la società, nella persona del suo amministratore delegato dell’epoca Bernard Cyna, a sei mesi di reclusione con la sospensione della pena. Oltre a 1.500 euro per le spese legali da liquidarsi in separata sede e ad provvisionale di 100mila euro subordinata al pagamento entro 90 giorni per la sospensione della pena e gli atti inviati in Procura. La vicenda riguardava l’inquinamento di un canale, dallo scarico dell’impianto fino a Latina. L’inquinamento nel fosso della Ficoccia, in cui scarica l’impianto, ha determinato in passato più volte il divieto di attingervi acqua per irrigare i campi. Negli ultimi giorni, si sono registrati problemi anche in pieno centro, nella zona di piazza Sturzo e dintorni, dove gli utenti sono rimasti a secco due volte senza preavviso nelle serate di mercoledì scorso e di giovedì 15 maggio.
23/05/2014