Determinante per far archiviare il piano è stata la legge regionale approvata il 22 ottobre scorso, che ha ampliato il Parco dell’Appia Antica di 1.375 ettari.
“Marino 2” aveva ottenuto il via libera quando Adriano Palozzi, l’ex AN poi divenuto plenipotenziario locale di Forza Italia, era sindaco di Marino, e la collega di partito Renata Polverini era presidente della Regione Lazio. Non si contano i tentativi di minimizzare i molteplici allarmi lanciati da comitati, associazioni e semplici cittadini sui possibili danni che avrebbero prodotto tutte quelle costruzioni, in cui riversare 15mila persone, in un’area delicata dal punto di vista ambientale e ricca di testimonianze archeologiche. Dopo che la giunta di centrodestra erede i Palozzi e guidata da Fabio Silvagni era stata decimata dagli arresti e al timone del Comune erano giunti i grillini con Carlo Colizza, il Comune aveva avviato il procedimento per sospensndere l’efficacia del PRINT, programma integrato di intervento e riqualificazione urbanistica in variante al Prg del comprensorio del Divino Amore.
INIDONEO IL NO DEL COMUNE
Ma tutto ciò, ha specificato ora la Regione Lazio, non era bastato a cancellare il nuovo paesone. L’area Valutazione impatto ambientale regionale sottolinea infatti che l’iniziativa del Comune di Marino non era risolutiva, nonostante avesse presentato varie diffide. Questo perché il procedimento di sospensione del PRINT non è concluso. Lo stop arriva invece dalla Regione che archivia due procedure di valutazione di impatto ambientale: una per costruire nell’area, presentata dal Consorzio Ecovillage che riunisce i consorziati dell’area dove doveva essere realizzata la lottizzazione, e una per fare un mega centro commerciale presentata dalla Dea Capital Real Estate Sgr, che aveva acquisito da Parnasi le quote della società destinata a fare l’affare. “L’azione sospensiva da parte del Comune – scrive la Regione – non comporta l’annullamento degli atti precedenti fino a che la procedura non è conclusa”. E a settembre scorso lo stesso Segretariato generale della Regione aveva ritenuto “l’insussistenza di motivi ostativi alla prosecuzione del procedimento di VIA”.
CI VOLEVA L’AMPLIAMENTO DEL PARCO DELL’APPIA ANTICA
Il 22 ottobre, però, è stata varata la legge regionale sulla semplificazione e lo sviluppo regionale, che ha disposto anche l’ampliamento del perimetro del parco regionale dell’Appia Antica. Nel Parco sono finiti così i terreni di “Marino 2”, l’area è diventata inedificabile e la “mutata situazione vincolistica” ha portato la Regione ad archiviare i procedimenti di VIA. Non è chiaro al 100% se con la cementificazione della zona Divino Amore verrebbe cancellato anche il cemento previsto in zona Mugilla e Mazzamagna, connesso all’operazione Palozzi – Polverini.
Lo scandalo Stadio della Roma
L’operazione Marino2 è tra i filoni cruciali nell’inchiesta sullo stadio della Roma. Lo scandalo che a giugno scorso ha portato tra gli altri agli arresti dello stesso Luca Parnasi e dell’ex sindaco e poi consigliere regionale Adriano Palozzi. Marino2 era una sorta di motore per il progetto stadio a Tor di Valle. L’immobiliarista aveva ceduto le quote della maxi-lottizzazione, l’“Ecovillage”, alla Dea Capital. Quando il progetto si è impantanato la società aveva però proposto al costruttore di riprendersi quelle quote, assicurandogli che in cambio si sarebbe fatta carico dello stadio, acquistando quelle per la realizzazione dell’impianto a Tor di Valle. Parnasi voleva concludere l’affare e allo stesso tempo, per non perdere denaro, riattivare il progetto di “Marino 2”. Avrebbe quindi cercato di sbloccare questa cementificazione, tentando delle pressioni sulla giunta marinese di Colizza tramite Palozzi. Lo scopo sarebbe stato ottenere in Comune l’appoggio dell’opposizione di centrodestra e di far rilevare “Ecovillage” dalla Cassa Forense, il cui presidente, Lucio Nunzio, puntava ad essere eletto senatore, cercando l’aiuto del faccendiere Luigi Bisignani e anche di Luca Lanzalone, l’avvocato inviato dai capi grillini come super consulente al fianco della sindaca romana Virginia Raggi. Premiato con la presidenza dei Acea, è stato anch’egli arrestato nell’inchiesta sullo stadio.