La chiusura dell’ospedale di Albano (in corso dallo scorso 3 novembre) e quella prossima dell’ospedale di Genzano (a partire dal 14 novembre) – rivelata in esclusiva da Il Caffè martedì 30 ottobre – sta generando non pochi problemi ai cittadini, ma soprattutto alle strutture sanitarie castellane di Frascati e Velletri, a cui la Asl Roma 6 ha ‘scaricato’ il compito di ricevere tutti i pazienti in arrivo dall’area dei Castelli, ma anche di tutti quelli provenienti da: Aprilia, Pomezia, Ardea e Cisterna, per un totale di circa 600mila persone. Il quesito sorge spontaneo: ma perchè i dirigenti sanitari hanno deciso di chiudere gli ospedali di Albano, Genzano ed Ariccia prima di avviare il nuovo Policlinico dei Castelli, la cui apertura è in programma per il prossimo 18 dicembre?
PERCHE’ IL TRASLOCO?
Nel 2007 Regione Lazio, Asl Roma 6 e Comune di Ariccia avevano previsto una strategia di avvio del Policlinico completamente diversa. Arredi, sale operatorie e strumentazioni tecnologiche della nova struttura sanitaria avrebbero dovuto essere completamente nuove. Da comprare con due appositi bandi. Le due gare erano addirittura già state pubblicate. La prima, n.582 del 9 luglio 2018, per arredi e attrezzature sanitarie, comprendeva anche la manutenzione ‘full risk’ per 24 mesi, da 2 milioni e 293 mila euro. La seconda, n.621 del 25 luglio 2018, per sale operatorie, arredi e attrezzature per: Area Critica, Pronto Soccorso, Terapia Intensiva, Area neonatale e Recovery Room, da 5 milioni e 369mila euro. Spesa totale? 7 milioni e 662mila euro più spiccioli. Il 9 agosto scorso, la Asl ha “annullato in autotutela” entrambi i bandi. Perchè? Nessuno lo sa. Di sicuro, anzichè indire due nuove gare di acquisto, la Asl ha deciso di procedere con il trasloco alla spicciolata dei vecchi arredi e attrezzature dai tre ‘vecchi’ ospedali al nuovo Policlinico. Per di più, senza avvertire tempestivamente cittadini, medici di base, Polizia, Carabinieri e Protezione Civile che i tre ‘vecchi’ nosocomi sarebbero stati chiusi per quasi due mesi e i pazienti dirottati altrove.
VOGLIA”ˆDI“ˆRISPARMIARE?
Voglia di risparmiare? Non si direbbe. Smontare, traslocare e rimontare gli arredi e le attrezzature dai 3 ‘vecchi’ ospedali al nuovo policlinico costerà uno sproposito. Inoltre, per quasi due mesi i pazienti saranno costretti a recarsi anche in strutture private convenzionate, con ulteriore aggravio economico. La Asl Roma 6 avrebbero potuto completare l’acquisto di tutto il nuovo materiale, ma soprattutto rivendere quello vecchio con apposito bando, recuperando molto denaro. Per di più senza interrompere il servizio sanitario.
L’INTERREGNO SANITARIO
Il trasloco, del tutto inatteso, sta provocando tensione e paura tra i 4000 medici, chirurghi e infermieri della Asl Roma 6. Molti sanitari puntano il dito sulle modalità con cui la dirigenza sta gestendo il trasferimento. «Il trasloco di interi Dipartimenti e Reparti è logisticamente molto complesso, ma soprattutto – raccontano a Il Caffè numerosi sanitari – del tutto inatteso. Visto che l’accordo di programma tra gli Enti del 2007 non prevedeva nulla di tutto ciò. Evidentemente, i dirigenti non hanno saputo calcolare bene i tempi di pubblicazione dei due bandi ‘incriminati’ ed ora revocati».
«DISORGANIZZAZIONE»
Ma al danno ora si aggiungono tre problemi, così sostengono medici e infermieri della Asl Roma 6. «Primo: il personale – sbottano i sanitari – non è stato adeguatamente informato e coordinato, manca una adeguata programmazione. Secondo: gli utenti dei tre ‘vecchi’ ospedali, ovvero i cittadini dei Castelli ma anche quelli di Ardea, Pomezia, Aprilia e Cisterna, non sono stati informati con una apposita ed estesa campagna stampa. La Asl Roma 6 ma anche i Comuni di Albano, Genzano ed Ariccia sono rimasti muti come pesci. Terzo, nei prossimi due mesi gli ospedali di Velletri, Frascati ed Anzio-Nettuno, già oberati di lavoro, verranno investiti anche da tutte le emergenze che i tre vecchi ospedali non saranno più in grado di gestire per via del trasloco in corso. Tale situazione – concludono – sta portando disagio ai cittadini-pazienti e molta confusione tra i medici».
LE DATE DELLO STOP
ALBANO
Dal 3 novembre, l’Ospedale di Albano non accetta più nuovi ricoveri, entro il 9 novembre dimetterà tutti i pazienti già in degenza. Sempre dal 3 novembre, il Pronto Soccorso di Albano è stato chiuso e trasformato in un semplice Punto di Pronto Intervento, ovvero in un centro medico con competenze sanitarie minori. Dal 3 novembre è stata interrotta anche l’attività del blocco operatorio e chiusi i reparti di Chirurgia, Cardiologia, Endoscopia Digestiva, Senologia, Ortopedia. La chiusura dei poliambulatori presenti in struttura è in programma dal 9 novembre. Il Centro dialisi chiuderà il 25 novembre, mentre la radiologia e il laboratorio analisi saranno operativi fino al 13 dicembre.
GENZANO
L’Ospedale di Genzano non accetterà più ricoveri a partire invece dal 14 novembre, l’ultimo paziente già ricoverato verrà dimesso il 20 novembre. Il blocco operatorio verrà chiuso a partire sempre dal 14 novembre. La chiusura dei poliambulatori presenti in struttura, principalmente legati ai reparti di Ginecologia, Ostetricia, Pediatria e Materno-Infantile, verranno chiusi dal 29 novembre. Il centro vaccinale è stato già traferito allo Spolverini di Ariccia dal 23 ottobre scorso. Il Poliambulatorio verrà chiuso dal 19 novembre.