È il succo dell’accordo che diede vita al Palaghiaccio di Marino. L’imponente immobile sull’Appia, divenuto famoso anche per gli eventi musicali, poi naufragato insieme alla fallita Casabianca Srl.
Infine venduto al colosso milanese Esselunga. A giugno scorso il vicesindaco di Roma, Daniele Frongia, aveva annunciato che la struttura sarebbe diventata un punto vendita della catena lombarda.
Quest’ultimo capitolo del Palaghiaccio offre scivolosi risvolti: la corazzata milanese della grande distribuzione organizzata pare che si ritrovi con l’affare congelato.
IL VINCOLO PERPETUO
Non si capisce come il Palaghiaccio possa diventare un supermercato o addirittura ipermercato. La freddura spunta leggendo i due atti che hanno dato avvio e fine alla storia della struttura. Partiamo dall’ultimo atto: la sua vendita a Esselunga è avvenuta il 15 maggio 2015 con trattativa privata, senza asta con altri potenziali acquirenti in “gara” tra loro. La cessione è stata curata dall’avvocato Consuelo Lattanzio, delegata dal Tribunale di Velletri, e si è conclusa al prezzo di 9 milioni e 375mila euro più tasse ed oneri notarili. «Non vale forse nemmeno un decimo di quella somma», ci dice un tecnico del settore. Il cerchio si è chiuso a palazzo di Giustizia con il decreto di trasferimento, senza firma del Giudice delegato né data (almeno nella copia con marca da bollo in nostro possesso). Il decreto non riporta il vincolo di destinazione d’uso, mentre indica vari gravami sull’immobile alla voce “trascrizioni”: tre ipoteche per totali 22 milioni di euro e 222mila euro e rotti a favore della Cassa di Risparmio di Roma (più di 10 milioni e 329mila euro), del Servizio riscossione tributi della provincia di Roma (2.866.584 euro) e verso Equitalia Gerit Spa (oltre 9 milioni di euro). Più una quarta ipoteca non rinnovata per 12 miliardi di vecchie lire a favore della Banca di Roma, e un paio di pignoramenti a favore di un costruttore (non rinnovato) e di Unicredit Credit Management Bank Spa. Proprio su impulso di quest’ultima, il Tribunale di Velletri aveva delegato l’avvocato Lattanzio a vendere il Palaghiaccio.
ESSELUNGA CONOSCEVA IL VINCOLO SPORTIVO?
Esselunga conosceva il vincolo perpetuo di destinazione d’uso “ad attrezzature sportive” dell’immobile? Quel vincolo ha sbarrato l’avanzata del terzo mega supermercato Esselunga nel Lazio, dopo quello ad Aprilia e quello romano al Prenestino? La convenzione del 1989 tra Casabianca e Comune precisa che “tutti gli obblighi derivanti dai presenti accordi che devono essere debitamente trascritti”.
Come mai quel vincolo non risulta in certi atti? Sono invece di sicuro ben chiari i tanti impegni sottoscritti dalla società che realizzò il Palaghiaccio. Oltre a “garantire l’uso gratuito della pista di pattinaggio con gli istruttori per tutti gli studenti delle scuole di Marino per minimo sei ore a settimana” e lo sconto del 30% sul biglietto “a tutti i residenti di Marino per praticare gli sport del ghiaccio”, Casabianca doveva fare varie opere pubbliche per viabilità, parchi e parcheggi e non solo. L’elenco è riportato nell’articolo qui a lato. È stato fatto tutto ciò?
Certo è che il Comune e la comunità di Marino non hanno più quella grande struttura di rilievo sociale che era il Palaghiaccio. Per vederne la nascita, l’Amministrazione e dunque la collettività si sono private di una gran bella area, che a lungo è stata al servizio della popolazione grazie a diversi usi civici di pascolo, semina e cipollaro. Quando non c’era la sbronza del cemento, gli abitanti della Città del vino potevano sfruttarlo gratuitamente per tirare avanti con zappa e bestiame.
CHE SUCCEDE ADESSO?
Nel 1989 quegli usi civici a vantaggio di tutti sono stati tolti dalla Regione Lazio su sollecitazione dello stesso Comune, il quale liberò il sito per darlo libero e pronto all’uso ai privati costruttori del Palaghiaccio. Sempre il Comune, nel 1980, espropriò l’area. Se lo avesse venduto, avrebbe incassato soldi. E oggi? L’annuncio di un nuovo Esselunga al posto del Palaghiaccio fantasma si è sciolto. «In riferimento alla Esselunga, al momento non è stato definito ancora nulla, vi sono solo ipotesi al vaglio». Così ha risposto alle varie nostre domande l’Assessore all’urbanistica marinese, Andrea Trinca. Silenzio invece sugli altri aspetti. La domanda che emerge a questo punto è: l’attuale Amministrazione comunale trasformerà in commerciale la destinazione d’uso dell’ex Palaghiaccio? Se così fosse, si porrebbe la questione di come armonizzare un altro supermercato con il gigantesco centro commerciale previsto davanti al Gotto d’Oro con la cementificazione chiamata “Marino2” e con l’altro centro commerciale “Marino.Green”, che è già a buon punto nel suo iter burocratico e per il quale il Sindaco Carlo Colizza disse al proponente che «ha diritto di farlo». O resusciteranno il Palaghiaccio alla sua originaria funzione sportiva ricreativa ridando ai cittadini uno spazio nato per loro? O forse qualche volenteroso cittadino che si sente fregato chiederà conto all’Autorità giudiziaria?
Cosa doveva avere in cambio la Città di Marino
Un edificio pluriuso di circa 430 metri quadrati dotato di tutte le attrezzature necessarie, arredi esclusi, con due sezioni di scuola materna, un centro anziani e la Delegazione Comunale, con parcheggi, accesso pedonale a via Milazzo e via Fantinoli e parco attrezzato davanti via Fantinoli, e parco pubblico attrezzato davanti alla pista di pattinaggio a rotelle lì vicino con cavea-anfiteatro di 1.300 mq, con parcheggi, percorsi pedonali, sistema di innaffiamento, fontanelle e lampioni. Una via di collegamento illuminata tra questo parco e via dei Mille e via Milazzo. Allargamento e marciapiedi a via dei MilleSistemazione dell’area della palestra comunale e i campi da bocce coperti tra via dei Mille e via Appia vecchia sede a Cava dei Selci, più un campo da basket e verde pubblico, “sedi viarie” e parcheggi. Sistemazione a verde pubblico attrezzzato dell’area comunale compresa tra il sito ceduto per fare il Palaghiaccio e quella utilizzata dal Comitato di quartiere del Sassone, con ampliamento della ex casa cantoniera per darne al Comune la parte nuova, più parcheggi e verde pubblico attrezzato sportivo con “opportuna viabilità carrabile”. E ancora, nell’area via Appia vecchia sede: una nuova strada da via dei Mille a via del Sassone per “permettere il deflusso del traffico veicolare particolarmente intenso in occasione delle manifestazioni sia sportive che di spettacolo”. Rete fognaria per acque piovane e acque nere in tutte le aree coinvolte. È in sintesi la lista delle opere pubbliche che la Casabianca Spa si impegnò a realizzare a favore dei marinesi. Il tutto a proprie spese “entro un anno dalla data di rilascio della concessione edilizia”, in cambio dei terreni dove fare il Palaghiaccio. È scritto nell’accordo firmato dalla società e dall’allora Sindaco Leonardo Massa, su mandato del Consiglio comunale.