L’Ente è nato per volontà del Comune di Albano nel 2000 – spiegano i lavoratori in un comunicato stampa – è stato il fiore all’occhiello della formazione professionale di tutta la regione, con una lunga e onorata storia, almeno fino a dieci anni fa. Poi trasformato in società partecipata, gli interessi clientelari e una gestione sconsiderata, l’hanno portato alla rovina con milioni di debiti. Inizialmente, era chiamato Albafor. Poi il fallimento economico decretato nel 2016 dal Tribunale di Velletri, sezione Fallimentare, ha portato al cambio con Formalba. E infine alla sua svendita avvenuta a luglio 2017: per 50 mila euro ad una onlus che ad oggi non ha investito un solo euro per la sua rinascita.
Un Ente con quasi 6 milioni di euro annui di finanziamenti regionali non riesce a pagare gli stipendi (già ridotti con l’ultimo ammortizzatore sociale) da 5 mesi che si vanno ad aggiungere agli 8 di arretrati: è sommerso dai debiti che si vorrebbe far pagare solo ai lavoratori.
La formazione professionale è una cosa seria e la privatizzazione la distrugge danneggiando i lavoratori e, soprattutto, i giovani che sempre più stanno diventando “clienti” da attrarre anziché studenti e futuri lavoratori.
La vicenda di Formalba è la storia del paese, le privatizzazioni di istruzione, sanità, trasporti, strade e pure le pensioni, sono servite a scaricare sui lavoratori e la collettività i furti e le connivenze della mala gestione politica con privati “imprenditori” amanti dei fondi pubblici. Strano senso della meritocrazia questo paese più fallisci più ti sostengono. La crisi economica è del capitalismo e di chi lo “gestisce” e a pagarla devono essere i lavoratori, si tratti del debito dello Stato o del debito milionario di Formalba.