Una prostituta di Aprilia perde la sua battaglia contro il Ministero dell’Interno. La questura di Roma le aveva notificato nel 2011 il foglio di via da Velletri, dove non può tornare senza la preventiva autorizzazione.
“Il provvedimento di allontanamento con foglio di via obbligatorio, sebbene non costituisca uno strumento deputato ad intervenire sul fenomeno della prostituzione – spiega il tar, a cui la donna si è rivolta –, può tuttavia essere basato su tale presupposto laddove le concrete modalità di esercizio di tale attività, l’eventuale continuità di tale condotta ed ogni altro elemento utile in ordine alle condizioni di vita dell’interessata, facciano desumere l’apprezzabile possibilità che la stessa sia incline alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minori, la sanità o la tranquillità pubblica”.
“L’interessata – aggiungono i giudici – non contesta l’attività svolta né la circostanza che venisse esercitata in prossimità di un maneggio ove si svolgono sedute di ippoterapia per bambini diversamente abili”: la donna, secondo quanto appurato dal commissariato di Velletri, insieme ad altri soggetti “esercitava l’attività ricorrendo, al fine di adescare i clienti, a modalità lesive della moralità pubblica e del buon costume”. Il ricorso è stato dichiarato improcedibile.