IL «SISTEMA» IN COMUNE?
Senza girarci intorno, l’ex dirigente comunale ha fornito un quadro raccapricciante di come – a detta sua – avrebbe funzionato quel pezzo di macchina amministrativa comunale. Una macchina dove oggi si stimano circa 4.500 pratiche urbanistiche a bagnomaria, anche da oltre 30 anni. 2.500 circa solo in zona Le Salzare, altre 2mila circa nel resto del territorio rutulo. «Sicuramente c’era un sistema del tutto sbagliato: se qualcuno per approvare un progetto urbanistico di tale rilevanza e che avrebbe portato al Comune un notevole incremento economico, e quindi sicuramente un miglioramento economico dell’amministrazione (7,7 milioni di euro alle casse comunali, ndr), ti chiede prima ventimila euro e poi duecentomila a saldo, io questo lo identifico come un sistema fatto da persone che per quattro anni mi hanno anche, su questo tema, vessato». Così l’architetto Rocca interrogato dall’avvocato Francesco Falco, che gli domanda «perché lei ha usato il termine di “sistema”?». L’avv. Falco difende la parte civile, Valtere Roviglioni in rappresentanza della comunità di Ardea. Lui si è mosso avviando l’azione popolare al posto del Municipio rimasto inerte. L’unico.
«VESSAZIONI, RICHIESTE MOLTO… FORTI E RICATTI »
All’avvocato Mariani, difensore di Mastrototaro, che gli chiede cosa intenda per “sistema” e “vessazione”, l’arch. Rocca risponde: «Se esiste un sistema che ti chiede soldi per potere approvare… per portare avanti un tuo diritto, io quello lo chiamo sistema, non lo chiamo giustezza degli atti, oppure amministrazione o pubblica amministrazione». E sulla parola vessazione, spiega: «Nei quattro anni che io ho avuto la dirigenza del Comune di Ardea, spesso alcuni di quei signori mi hanno fatto delle richieste… molto… diciamo forti e con, diciamo, molta… Spesse volte con una forma di ricatto quasi: “o fai questo o ti mandiamo via, ce ne prendiamo un altro”. Quando io non portavo per esempio questo progetto (Uno Light, ndr) in Consiglio comunale, e dissi “però se si mette a posto, secondo le mie indicazioni si può fare… Lo posso portare”, dico, “però non adesso, è agosto, mi prendo quindici giorni”. Il Di Fiori mi disse: “Bene, allora significa che se tu non ci sei, ti leviamo e ce ne mettiamo un altro che lo fa al posto tuo”».
LA STANZA DI GIORDANI
«Oppure […] io spesso venivo rimproverato di rilasciare concessioni a chi ne avesse diritto, nel senso che per me se uno chiede un permesso a costruire, io seguo l’iter, faccio l’istruttoria, poi viene la persona, ci metto una marca sopra, e la ritira. Per alcuni di loro non era così». L’ex capo dell’Urbanistica di Ardea comunale racconta ancora: «Per esempio in una occasione, il signor Massimiliano Giordani venne e disse che dato che l’urbanistica era loro, cioè del PDL, allora io non mi potevo permettere di rilasciare permessi di costruire così, come volevo io, ma avrei dovuto fare un mucchio dei permessi di costruire non firmati; poi li avrei dovuti portare in un’altra stanza, poi lui passava per verificare quali erano, e poi sarebbe ritornato da me per dirmi quali si potevano rilasciare, quali no, quali subito e quali dopo. […] Ecco, questi sono degli aneddoti che succedevano comunemente nei quattro anni in cui sono stato lì – prosegue il tecnico – e la minaccia ogni volta era: “se non lo fai tu, ti cacciamo”. Una volta si è presentato un signore che diceva che rappresentava la lista del signor Acquarelli e pretendeva da me, in cambio del rinnovo del contratto, quello di cui parlavamo prima, che io falsificassi una gara e la facessi vincere ad un suo amico. E io naturalmente dissi “mi dispiace, purtroppo anche se volessi non potrei, perché io purtroppo con tre penne, un foglio di carta e tre persone, non sono in grado di fare una cosa del genere”». Ironia della sorte, inizialmente all’ex Uno Light era prevista una palazzina che avrebbe ospitato anche la Guardia di Finanza. La stessa che ha svolto le indagini che hanno portato alla sbarra l’imprenditore Mario Mastrototaro e i quattro politici Luca Di Fiori, Fabrizio Acquarelli, Nicola Petricca e Massimiliano Giordani. All’udienza del 23 ottobre l’avvocato Falco ha convocato come testimoni gli ex Consiglieri comunali di Ardea Cristina Capraro e Fulvio Bardi.
«COMUNE ASSENTE, GRAVE MANCANZA»
Il Comune aveva tempo fino alla prima udienza dibattimentale del 7 marzo 2017 per entrare nel processo e farsi valere come parte lesa. «È una grave mancanza che il Comune non sia costituito parte civile, sul piano istituzionale – tuona l’avv. Francesco Falco -. La presenza dell’istituzione in questi processi serve per esprimere una presa di posizione, non solo a chiedere il risarcimento del danno d’immagine. è un segnale forte che dai alla comunità e ma serve anche a poter entrare nel processo a salvaguardia di un principio di legalità e di ricerca della verità,dà la possibilità di accedere alle carte giudiziarie».
L’accusa: corruzione. «Mi disse che pagò tutti»
“Mastrotaro, quale titolare della ditta Idea Linea Luce Srl con stabilimento in Ardea, via Laurentina km 27,800, prometteva il versamento di euro 200.000 e consegnava la somma di euro 20.000 a Petricca Nicola, assessore al Comune di Ardea che agiva anche su mandato di Di Fiori Luca, sindaco di Ardea, Giordani, consigliere comunale di Ardea, Acquarelli, consigliere comunale di Ardea, affinché l’amministrazione comunale approvasse uno strumento urbanistico idoneo a trasformare la destinazione urbanistica dell’area dello stabilimento della ditta Idea Luce srl da industriale a commerciale – polifunzionale, al fine di vendere la medesima ad un imprenditore del settore immobiliare”. Così scrive la pubblica accusa. Il PM domanda all’arch. Rocca: «Non le disse a chi aveva consegnato materialmente i ventimila e a chi aveva effettivamente promesso duecentomila?». Arch. Rocca: «No, disse a tutti». Come ipotetico imprenditore al quale rivendere il complesso con il progetto approvato in Comune, spunta Parsitalia. È il gruppo di Luca Parnasi, quello dello scandalo dello stadio della Roma e della congelata cementificazione a Marino arrestato a giugno scorso insieme al super consulente della sindaca di Roma, Luca Lanzalone inviato nella Capitale dai vertici.