Un bambino, iscritto al servizio mensa scolastica, è addirittura costretto a tornare a casa per mangiare poiché al momento il servizio di assistenza, al momento, non c’è. Una situazione per certi versa assurda e paradossale ma che purtroppo coinvolge spesso molti minori in diversi scuole del territorio. Le soluzioni adottate in giro per l’Italia sono diverse, troppo spesso però i genitori sono costretti a recarsi a scuola o a casa per nutrire i propri figli.
In molti comuni le cose funzionano e scuole, enti locali e aziende sanitarie sono riusciti a risolvere questo problema garantendo a coloro che sono nutriti artificialmente la possibilità di frequentare la scuola senza limitazioni.
Ad Ardea, purtroppo, a causa di mille problemi, il servizio ancora non è partito del tutto e alcune famiglie si trovano in grande difficoltà.
«Il momento dei pasti o semplicemente di assumere un po’ d’acqua per molti di questi bambini e ragazzi è un problema a scuola – dichiara S.S. uno dei genitori coinvolti nel problema – crediamo che si debba arrivare ad un protocollo nazionale che definisca, nel rispetto di ogni singolo caso, delle regole di base comuni in grado di garantire la nutrizione artificiale a scuola».
«Da diverse famiglie – aggiunge il giovane genitore – ci sono giunte segnalazioni in merito alla difficoltà nell’integrazione scolastica negli asili nido e nelle scuole di ogni ordine e grado di bambini nutriti artificialmente, in particolare tramite Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG).Da tali segnalazioni emerge un variegato quadro delle modalità di idratazione e nutrizione dei bambini in orario scolastico. Il diritto pieno e incondizionato di tutti gli alunni con disabilità, qualunque ne sia la minorazione o il grado di complessità della stessa, alla frequenza nelle scuole di ogni ordine e grado è stato più volte sancito dalla Corte Costituzionale e pone all’avanguardia l’Italia in merito all’integrazione scolastica».
«Personalmente chiedo l’intervento del Garante per segnalare al Governo e alle Regioni la necessità di adottare delle linee guida nazionali in materia, che a nostro avviso risulta necessaria per garantire il diritto all’educazione e all’istruzione dei bambini disabili e il rispetto della vita familiare. Risulta altresì opportuna l’identificazione e la diffusione delle best practice in materia esistenti sul territorio nazionale».
LA POSIZIONE DELLA CONSULTA
A riguardo la “Consulta per il superamento dell’handicap” del Comune di Ardea esprime la più profonda indignazione per quanto sta accadendo ai “piccoli alunni disabili” in stato di gravità:
«Ancora non sono chiare le soluzioni per mettere in condizioni gli alunni a partecipare alla mensa come tutti gli altri. Il gioco delle competenze sta degenerando in una condizione di caos. Le ore di assistenza non ancora ben definite nelle competenze, e in alcuni casi ancora con orari insufficienti utili a garantire l’intera permanenza dell’alunno H, rappresentano la messa rischio dell’applicazione della legge sull’integrazione scolastica. La consulta riprende la sua attività vista l’emergenza in cui versano i nostri piccoli cittadini con disabilità».