Lunga poco più di 16 metri e larga poco meno di 5, rivestita di intonaco a coccio pesto, la cisterna è stata così denominata perché all’interno sono stati rinvenuti una serie di graffiti navali. Le imbarcazioni realizzate sono di diverse tipologie da quelle da guerra a quelle da carico, alcune con albero abbattuto o con a seguito un’altra imbarcazione ma priva di vela. Complessivamente sono stati catalogati oltre 20 graffiti più le iscrizioni. Si pensa che la cisterna avesse perso negli anni la sua originaria funzione e che fosse utilizzata diversamente magari per ospitare schiavi o soldati. Ulteriori studi sono tuttora in corso soprattutto per rispondere in maniera più precisa a domande relative il significato e la datazione dei graffiti. Tra le ipotesi c’è quella che siano state raffigurate barche ferme in approdo forse proprio all’interno del lago in prossimità di villa Domiziano. Non sembra infatti che le imbarcazioni siano state raffigurate nell’atto di navigare. L’unica cosa certa è che in molti hanno avuto il privilegio di potere visitare questa cisterna nel fine settimana del 13 e 14 ottobre, un sito che si aggiunge al prestigioso complesso di Villa Domiziano purtroppo non sempre fruibile.
M.S.G.