REAZIONE NERVOSA E PRESSIONI
Comunque che l’ordinanza non sia soddisfacente per il gestore idrico l’attesta la sistematicità di alcune azioni extragiudiziali», ragionano i sette avvocati del Comitato Class Action. La nota che hanno diramato oggi 20 settembre rivela alcune ‘pressioni’ che avrebbe posto in essere Acqualatina in reazione alla class action: «Dapprima una lettera alle associazioni che stanno collaborando alla raccolta firme per le adesioni degli utenti che intendono chiedere la restituzione delle partite pregresse con segnalazione “che non corrispondono affatto al vero talune affermazioni diffuse dal Comitato” e contestuale “diffida a cessare la diffusione di informazioni false e fuorvianti”». Informazioni desunte dal provvedimento del Tribunale di Roma che ha ammesso la class action per i rimborsi e ribadite da personaggi istituzionali come il Sindaco e l’Assessore all’ambiente di Latina, Damiano Coletta e Roberto Lessio, in un’assemblea coi cittadini martedì 18 settembre scorso. Il Tribunale ha chiarito che quelle voci caricate in bolletta a partire dal 2014 fino al 2019 per ripianare buchi di bilancio del periodo 2006 – 2011, sono illegittime perché applicare in modo retroattivo, cioè a posteriori. Non solo: le hanno imposte anche a chi nel periodo degli ammanchi da ripianare nemmeno era utente…
C’È ANCHE CHI CHIEDE I DANNI AD ACQUALATINA
«È da presumersi che, nello scrivere la propria nota – proseguono gli avvocati -, i legali di Acqualatina abbiano considerato dapprima le (inspiegabili) dichiarazioni trionfalistiche dell’Ing. BESSON (amministratore delegato della Spa, ndr) e quel suo riferimento ad una “sentenza” che ancora non c’è! Nella consapevolezza che vi è una ordinanza ben dettagliata sulle “partite pregresse” e ne parla in termini di “illegittimità delle voci tariffarie sopra precisate”, non è il Comitato che, conoscendo la differenza, parla di sentenza! Vero che, proprio tale ordinanza, permette a tutti gli utenti di aderire all’azione di classe per far valere il proprio diritto a chiedere la restituzione di tale somme “illegittime”, evidenziando (ma è principio cardine dell’ordinamento) che la sentenza avrà validità solo per chi ha partecipato all’azione di classe. Com’è principio pacifico che chi, per propria scelta, rimane fuori dalla Class Action potrà promuovere azione personale e/o collettiva per far chiedere la dichiarazione di “illegittimità” delle cennate voci. Circostanza ben conosciuta a commercianti, titolari di studi professionali, ecc., che già ci stanno facendo pervenire le loro adesioni per le future azioni collettive (anche di risarcimento danni)».
PREMONO SUI SINDACI
«Quindi – continua il Comitato Class Action -, contrariamente a quanto riferito nella “circolare” che Acqualatina sta spedendo alle Associazioni che, assieme a Noi, stanno promuovendo questa azione, il Comitato non dice inesattezze! E non le dice neanche quando afferma che se il Tribunale di Roma confermerà l’ordinanza e l’illegittimità delle partite pregresse, sarebbe veramente difficile per Acqualatina continuare a porle in bolletta sino alla scadenza! Se gli utenti aderiscono ad un’azione in cui si chiede di dichiarare l’illegittimità di qualcosa, sembra il minimo che, per il futuro, il gestore non potrà più richiedere tali somme. Ma Acqualatina si è spinta oltre. Tale lettera di “cortesia”, infatti, e per quanto di conoscenza, è stata inoltrata ai Sindaci dei Comuni dell’ATO 4 (quelli serviti da Acqualatina, ndr), anche per il tramite della STO (Segreteria Tecnica Operativa, presunto organo di verifica e controllo della gestione idrica, ndr)), con la precisazione da parte di quest’ultima che, comunque, il gestore potrebbe recuperare le somme da restituire». È la stessa STO che da diverso tempo rischierebbe di vedere i propri dipendenti senza stipendio perché Acqualatina non versa alla Provincia di Latina alcune somme, come hanno ripetutamente lamentato e “minacciato” in varie lettere di sollecito al gestore il dirigente del bilancio della Provincia di Latina, Francesco Carissimo, e la responsabile della STO, Angelica Vagnozzi (leggi la nostra inchiesta ).
VELENI CONTRO CHI DIFENDE GLI UTENTI
«Mal si comprende – bacchettano gli avvocati a difesa degli utenti – in forza di quali principi giuridici la STO affermi che somme restituite, poiché dichiarate illegittime, potrebbero essere recuperate dal gestore. Quello che è comprensibile è che vi è l’interesse a delegittimare la più importante azione di classe mai proposta nella provincia di Latina ed a sminuirla in ogni modo. Anche non lesinando attacchi diretti agli avvocati che la stanno patrocinando. Solo per inciso, premesso che i moduli messi a disposizione gratuitamente dal Comitato possono essere spediti/depositati direttamente presso la Cancelleria della X Sez., del Tribunale di Roma (R.G. n. 8331/2018) senza alcun costo aggiuntivo per l’utente, bene è precisare che la somma di 15 euro, chiesta agli utenti, sta ripianando i costi dell’azione (scritture contabili alla mano) e dell’eventuale eccedenza si valuterà l’impiego, ben potendo essere adibita a fondo cassa per le ulteriori azioni (ad esempio, quella di risarcimento danni per mancata disponibilità di acqua nell’estate 2017 che l’ordinanza del Tribunale di Roma ha ritenuto non poter includere all’interno della Class Action). Da ultimo, il nostro appello ai Sindaci dell’ATO 4. A coloro che, comunque, tali voci le hanno approvate. Cari Sindaci, a prescindere dal voto espresso sulle partite pregresse nelle Assemblee di Acqualatina, considerato che vi è un Tribunale che considera “illegittime” le partite pregresse (dello stesso pensiero anche Tribunale e Corte d’Appello di Cagliari; Tribunale di Nuoro; Tribunale di La Spezia; ecc.), non sarebbe il caso di mettersi dalla parte dei propri concittadini pubblicizzando un’azione che potrebbe permettere di recuperare somme corrisposte malgrado non dovute?».