Il progetto dell’importante arteria è fermo da oltre dieci anni ed è costato già oltre 50 milioni di euro per la sola progettazione, con sprechi stimati dai magistrati contabili in circa venti milioni, mentre l’inferno della Pontina continua ad essere l’unico collegamento possibile per chi dalla provincia di Latina deve recarsi nella capitale. L’appalto due anni fa era stato assegnato al Consorzio Sis, un raggruppamento italo-spagnolo che unisce la Sacyr Construccìon, la Sipal e la Inc, e il gruppo guidato da Salini Impregilo, con all’interno i gruppi Astaldi, Pizzarotti e Ghella, ha fatto ricorso. Sconfitta al Tar, Salini ha fatto appello al Consiglio di Stato, chiedendo l’annullamento dell’affidamento in concessione da parte di Autostrade del Lazio dell’opera. Per fare chiarezza sulle contestazioni di Salini e gli altri, i giudici hanno quindi affidato delle verifiche alla Banca d’Italia. Un’analisi in base alla quale il rimborso del contributo pubblico “è esposto alle al rischio di inadempimento, essendo il rimborso differito nel tempo e dipendente dalla capacità del debitore di far fronte ai pagamenti previsti sulla sola base dei flussi di cassa prodotti dal progetto”. I giudici si sono così convinti che vi è “un errore di fondo nella predisposizione della normativa di gara, tale da rendere la stessa illegittima”. Il Consiglio di Stato, annullando gli atti impugnati, ha stabilito che la gara va rifatta, ma Zingaretti è di diverso avviso. “Quando si partì, 10 anni fa – ha sostenuto il presidente – si scelse una gara per individuare un concessionario che realizzasse l’opera. Oggi, anche in seguito alla discussione sulle concessioni che si è aperta dopo i fatti di Genova, credo sia giusto puntare a realizzare direttamente l’opera. Perché una storia che si trascina da anni, anche alla luce della sentenza odierna della giustizia amministrativa, impone una riflessione su un modello adottato nel passato per la programmazione e la costruzione di opere infrastrutturali. Per questo ho proposto ad Autostrade del Lazio spa di valutare, insieme al socio Anas, soluzioni che consentano alla stessa, attraverso il modello in house, di realizzare e gestire l’autostrada tra la Capitale e Latina”. Sarà insomma difficile uscire dall’inferno della Pontina.
Stop anche alla Cisterna-Valmontone
Annullato l’appalto per realizzare l’autostrada Roma-Latina: tutto da rifare
L’autostrada torna nel limbo. Il Consiglio di Stato, alla luce dell’esito degli approfondimenti istruttori richiesti al capo del Dipartimento vigilanza della Banca d’Italia, ha annullato l’appalto da 2,7 miliardi di euro per la progettazione esecutiva, la costruzione e la gestione della Roma-Latina e della bretella Cisterna Valmontone. Tutto sbagliato già nella predisposizione della gara e soprattutto troppi rischi per la pubblica amministrazione. I giudici, accogliendo l’appello di Salini Impregilo, hanno stabilito che l’appalto è da rifare, ma il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato che a questo punto preferisce far realizzare l’opera direttamente ad Autostrade del Lazio, la società della stessa Regione e dell’Anas.
14/09/2018
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