Con un cimitero in parte adeguato alle normative antisismiche, il Comune di Aprilia si ritrova a fare i conti con scuole totalmente inadeguate alla nuova classe di rischio. Almeno quelle realizzate prima del 22 maggio 2009, quando con la giunta regionale ha approvato la delibera 387, che ha spostato la classe di rischio del Comune di Aprilia da medio bassa a zona media, categoria 2 B, dove meno rara pare l’ipotesi che possano verificarsi terremoti forti e potenzialmente distruttivi. Una riclassificazione improvvisa, che ha improvvisamente alzato l’asticella e declassato tutti gli edifici presenti sul territorio comunale rendendoli inadeguati. E se è vero che quelli che per quelli che verranno realizzati in futuro dovranno necessariamente rispettare i nuovi parametri, le vecchie strutture, tra le quali tutte le scuole presenti sul territorio e anche edifici strategici come il comando della polizia locale, restano fuori dai criteri dettati dalla normativa di riferimento.
8 SCUOLE NON IN REGOLA Non solo. C’è una buona parte delle scuole dislocate tra centro e periferia per le quali prevedere “il comportamento” in caso di terremoto al momento è impossibile, perché mancano anche le certificazioni relative alla vulnerabilità sismica. A svelarlo l’inchiesta pubblicata dal quotidiano La Verità di Maurizio Belpietro, secondo il quale sarebbero almeno 4 mila le scuole ancora prive della certificazione, resa obbligatoria con la legge 269/2003, ma che in assenza di termini precisi di consegna e per effetto di continue proroghe, potrà essere consegnata entro dicembre 2018. Dopo la riapertura delle scuole. E in lista tra gli edifici per i quali non risultano essere state eseguite verifiche sulla tenuta in caso di sisma, figurano ben otto scuole di Aprilia. Strutture che non sembrano tenere conto della legge approvata dopo che nel 2002, il crollo della scuola molisana Francesco Jovine uccise 27 persone tra bambini e insegnanti.
LA LISTA NERA DELLE SCUOLE A RISCHIO Tra le scuole a rischio, o meglio per le quali è impossibile in assenza di certificati di vulnerabilità conoscere la pericolosità in caso di terremoto, figurano il Liceo Meucci di via Carroceto 194 A, L’istituto professionale Mattei (via Boccherini), la scuola elementare di Campoverde (via Mediana Cisterna), la scuola Marconi (via Marconi 32), la scuola Lanza di Campo di Carne (via Genio Civile) e quelle situate in via Orazio 1, via Di Giacomo 73 e via Apriliana 32. Strutture che, al pari di altre 4 mila disseminate lungo lo stivale, secondo il quotidiano di Belpietro, non hanno mai prodotto in oltre dieci anni le certificazioni previste dalla legge. A conti fatti, ciò non significa che queste otto scuole siano necessariamente meno sicure delle altre, per le quali prevedere l’adeguamento antisismico è stato letteralmente impossibile. Mancano però studi che possano “prevedere” il loro grado di vulnerabilità qualora la terra iniziasse a tremare.
PREVENZIONE SENZA SOLDI Quello sollevato da La Verità, secondo il sindaco di Aprilia, rappresenta un problema “relativo”, alla luce di criticità sostanziali di non facile risoluzione: per adeguare tutte le scuole, la gran parte delle quali già realizzate quando è entrata in vigore la nuova normativa antisismica e alla luce della modifica della classe di rischio del territorio comunale, mancano le risorse. «Nel 2009 il governo centrale ha deciso all’improvviso di modificare il livello di rischio per il nostro territorio in caso di sisma», commenta il sindaco di Aprilia Antonio Terra. «Da zona a basso rischio, Aprilia è diventata una zona inserita in una fascia di rischio medio alto, probabilmente una scelta dettata anche dall’estrema vicinanza con i Castelli Romani. Da quel momento in poi, tutti i progetti pubblici e privati, sono stati concepiti seguendo le nuove direttive. Adeguare però alla nuova normativa tutto quello che già era stato costruito, ossia la porzione più importante dell’edificato, comporterebbe una spesa enorme. Siamo in attesa dei bandi regionali, nazionali ed europei, di intercettare finanziamenti ad hoc attraverso i quali potremo provvedere all’adeguamento. Più che l’assenza di certificazioni, oggi scontiamo l’assenza delle risorse necessarie a rendere più sicuri anche i vecchi edifici».