Le ricerche sono condotte dalla Università degli Studi di Perugia e dalla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera e dirette da Filippo Coarelli, Paolo Braconi e Francesca Diosono.
Dopo aver completato le indagini all’interno della struttura monumentale del tempio, questo anno le attività si sono concentrate nell’area antistante, dove già nel 2017 erano venuti alla luce altri edifici.
I risultati di queste settimane confermano l’antichità e la ricchezza decorativa delle strutture presenti nell’area prima della costruzione del grande tempio finora noto; esse dovrebbero risalire almeno al VI secolo a. C. e caratterizzano l’importanza dell’area sacra nel momento in cui viene scelta come santuario federale della lega delle città latine in guerra contro Roma.
I materiali votivi rinvenuti sono però ancora più antichi e rimandano ad epoche precedenti, che si spera di poter indagare nei prossimi anni.
Questa opera di scavo, studio e valorizzazione dell’area archeologica del Tempio di Diana è frutto di una convenzione che l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza Archeologica ha sottoscritto con l’Università di Perugia coadiuvata dall’Università di Monaco, con le quali sono stati condotti a Nemi oltre 80 ricercatori archeologi provenienti dalle maggiori università europee.
Durante l’incontro interverranno anche il Sindaco di Nemi Alberto Bertucci, Simona Carosi funzionaria SABAP, Filippo Coarelli Università di Perugia, Paolo Braconi Università di Perugia e Francesca Diosono Università di Monaco di Baviera.