Cerbo era stato tratto in arresto dalla Guardia di Finanza nell’aprile del 2014 insieme a 15 persone nel corso dell’operazione “Scarface”. In tale contesto, Cerbo era emerso quale elemento di spicco del sodalizio di cosa nostra dei “Carcagnusi”. Il giovane era solito emulare il boss Tony Montana del film “Scarface”. Addirittura Cerbo si era fatto costruire un trono con sopra riportate le sue iniziali, in tutto e per tutto uguale a quello dove era solito sedersi nel film l’attore Al Pacino. Le indagini avevano fatto emergere un quadro in cui i proventi delle attività delittuose e delle bancarotte realizzate con metodo mafioso venivano inseriti nel circuito legale attraverso la creazione di una galassia di imprese commerciali, associazioni sportive dilettantistiche (a copertura di bische clandestine) e finanche enti senza scopo di lucro. Ciò avveniva con la complicità di prestanome, familiari e conviventi.
Gli accertamenti patrimoniali dei finanzieri hanno consentito di individuare i beni illecitamente accumulati dalla famiglia Cerbo e redditi di oltre 2 milioni di euro rispetto ai soli 80 mila euro dichiarati al Fisco in 14 anni.
Nel corso di tale attività, in una delle società gravitanti nell’orbita dei “Mazzei” sono stati rinvenuti dei bilanci firmati da soci già deceduti da anni.