“Nel testo del provvedimento di revoca della Deliberazione n. 44 del 16/05/2018, si legge “La Giunta comunale, dopo ampia discussione in merito, delibera…” Beh, forse le deliberazioni esecutive dovrebbero essere ”ampiamente discusse” in fase preparatoria e non ex post. Soprattutto quando riguardano questioni spinose come quella di “Lido delle Salzare”, in cui si decide delle sorti di cittadini di Ardea già abbastanza penalizzati da un procedimento amministrativo dai profili fortemente controversi”.
“Inoltre – aggiunge Corrado – nella relativa proposta di deliberazione del Dirigente del Servizio Territorio si legge, tra i preamboli, di “pareri verbali di alcuni legali dell’Ente”, che avrebbero indotto l’Amministrazione ad optare per la revoca del provvedimento. Beh, forse anche l’acquisizione dei pareri non solo “verbali” dei legali coinvolti nel procedimento si sarebbe dovuta effettuare preliminarmente, al fine di poter valutare la fattibilità amministrativa della soluzione proposta.
Si legge inoltre dell’improvvisa decadenza dei presupposti utili per “porre in essere tutte le attività e azioni volte alla definizione della questione provvedendo alla sanatoria degli immobili” in relazione all’ordinanza di demolizione riferita “ad abusi effettuati anche su costruzioni non interessate dal vincolo archeologico”.
Ebbene, l’art. 38 del DPR 380/01 disciplina i casi di annullamento di permesso di costruire – qualora non sia possibile, in base a motivata valutazione, la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino – mediante l’applicazione di una sanzione pecuniaria pari al valore venale delle opere. Tale provvedimento investe tutte le opere incluse nel permesso di costruire oggetto di annullamento e pertanto non ha nulla a che fare con il perimetro del vincolo archeologico.
Questa volta l’Amministrazione di Ardea non è riuscita a stupirmi: effettivamente, dopo la mia critica puntuale alla famigerata delibera, questo è il colpo di genio che mi attendevo dalla giunta Savarese!”