G. I., 80 anni, è uno dei principali danneggiati di un’esplosione che a Velletri ricordano ancora e che solo per miracolo non è finita in tragedia. Erano le 14.50 del 14 febbraio 2017. Quattro i feriti, per fortuna non gravi.
I pompieri appurano che, a causare il botto, è stata l’esplosione di una bombola di ossigeno che si trovava nel terrazzo dello studio medico.
Cessato l’allarme, inizia la conta dei danni, ingenti, a cominciare dal terrazzo, collassato, e dall’interno dello studio dentistico, fino ad arrivare alle palazzine adiacenti. Ma tra gli appartamenti che lamentano i maggiori problemi vi è, ovviamente, quello di proprietà dell’ottantenne che si trova al piano immediatamente superiore rispetto allo studio dentistico. G. I., che è anche uno dei destinatari dell’ordinanza sindacale che impone ai proprietari degli alloggi interessati la loro messa in sicurezza, per essere assistito e risarcito si rivolge a Studio 3A. Per bonificare e sistemare tutto occorrono 80mila euro.
Studio 3A prende subito contatti con il legale dello studio dentistico che fornisce le coperture assicurative, dichiarando di avere già denunciato il sinistro all’assicurazione. Ma la compagnia prende tempo obiettando che ci sono indagini in corso. La Procura di Velletri, con il Pubblico Ministero dott. Luigi Paoletti, ha aperto un fascicolo contro ignoti – di mezzo ci sono anche dei feriti – e incaricato un consulente tecnico d’ufficio per stabilire cause, circostante e dinamica dell’evento. Finalmente nel maggio 2018 il Sostituto Procuratore ha consentito l’accesso agli atti e si è così riusciti ad acquisire la perizia del Ctu: nel frattempo il proprietario dell’appartamento ha dovuto fare fronte a sue spese agli interventi di massima per rendere abitabile l’alloggio.
Pur non essendo stato possibile accertare lo stato di integrità delle bombole presenti nello studio dentistico, il perito conclude che queste “carenze tecniche hanno concorso a creare quelle condizioni che hanno contribuito a determinare, costituendo di fatto degli elementi di non conformità, l’esplosione e le condizioni note”. E aggiunge. “Le analisi effettuate hanno portato a non escludere carenze nella progettazione delle condizioni di prevenzione efficacemente orientate a garantire la sicurezza dell’attività” Forte di queste conclusioni, che evidenziano le responsabilità in capo al medico titolare dello studio dentistico, Studio 3A è tornato a richiedere con forza alla sua compagnia di assicurazione un congruo risarcimento per i danni subiti dal proprio assistito: tuttavia da due mesi i liquidatori della compagnia continuano a non riscontrare le richieste. E il tempo passa.