«Più che un’interrogazione su di me, lo definirei un corto circuito del Partito Democratico». Il senatore M5S Emanuele Dessì è abituato a stare al centro delle polemiche, almeno da quattro mesi a questa parte, quando si è scoperto che abita in una casa popolare a 7,73 euro al mese. In questi giorni la vicenda è stata protagonista di una interrogazione parlamentare presentata da quattro parlamentari del Pd che se la prendono soprattutto con il Comune di Frascati, “colpevole” di non fare i dovuti controlli sulle case di proprietà pubblica. «Peccato che l’amministrazione di Frascati sia di centrosinistra, ecco perché è un corto circuito – spiega a Il Caffè il senatore cinquestelle – dovrebbero chiedere all’amministrazione di Frascati che cosa stanno facendo per il patrimonio delle case popolari». Da quando è membro del parlamento, Dessì ha detto di pagare 700 euro al mese: la cosa ha fatto saltare sulla sedia i senatori dem, che hanno chiesto se non sia più opportuno liberare la casa per assegnarla a chi ne ha veramente bisogno.
«I colleghi del Partito Democratico sono poco informati. La casa in cui abito fu realizzata dal Comune negli anni successivi ai bombardamenti di Frascati: la nostra abitazione andò distrutta e il Comune ne assegnò un’altra a mio nonno e ai suoi eredi. Di fatto, era una “compensazione” e non segue quindi le regole delle case popolari per le assegnazioni. Il mio titolo abitativo peraltro è sancito da un magistrato. Mi spiegasse invece l’amministrazione comunale per quale motivo dal 2008 c’è una delibera per valorizzare gli immobili comunali e dare la possibilità a chi abita nelle 121 case, compresa la mia, realizzate per le famiglie degli sfollati di poterle acquistare. Io fin dall’inizio avanzai domanda di riscatto della casa: se me l’avessero accettata a quest’ora avrei già finito di pagarla».
«Eppure – prosegue Dessì – sono passate tre amministrazioni, tutte targate Pd, quella attuale di centrosinistra senza contare la Regione governata dal Pd che ha redatto il regolamento sui canoni delle case popolari, ma nessuna ha dato seguito a quella delibera con la quale il Comune di Frascati prevedeva di incassare 12 milioni di euro, sei dei quali sarebbero serviti a realizzare nuove case popolari. È dal 2003 che il Comune di Frascati non si preoccupa di accertare chi abita quelle case e soprattutto se pagano. Un grave danno erariale».
Se non si potrà procedere con l’alienazione dell’immobile, la famiglia Dessì rischia di perdere la casa. Ma solo tra due anni. «Fino a 4 mesi fa ero un piccolo imprenditore ma mai con redditi così alti. Per perdere il diritto della casa bisogna superare 24 mila euro primo anno e 30 mila il secondo. Nel 2021 si porrà il problema».
«Il Comune si assuma le sue enormi responsabilità – conclude il senatore Dessì –. Dico la stessa cosa al Pd: se ha voglia di mettere a posto il sistema di edilizia erp e la mappatura delle abitazioni, mi metto in prima fila per farlo. In Italia ci sono 750 mila alloggi popolari: il 10% sono occupati, il 30% non paga e il resto paga affitti bassissimi. C’è bisogno di rivedere tutto il sistema».