Mentre i Carabinieri e la Procura della Repubblica di Roma indagavano sul costruttore Luca Parnasi, su Adriano Palozzi, Michele Civita, e Luca Lanzalone, Sindaco e parlamentino della Città del Vino mettevano un tappo alla controversa operazione edilizia Ecovillage nota come “Marino2”. L’avvocato Colizza correva ai ripari contro l’affare che annovera tra i protagonisti l’inviato speciale al fianco della sindaca romana Lanzalone, amico del Ministro alla giustizia Bonafede, chiamato a spicciare la faccenda del nuovo stadio della Roma legata a doppio filo con la cementificazione di 300 ettari tra Divino Amore, Mazzamagna e Mugilla.
DELIBERA A FEBBRAIO «È stata approvata la delibera di Consiglio comunale n. 2 del 28 febbraio scorso che sospende di fatto il Protocollo d’Intesa da cui si è generato il progetto nel 2011 ed avvia il procedimento di sospensione nei confronti dei PRINT approvati, i Programmi integrati che hanno di fatto realizzato delle varianti urbanistiche». Lo riferisce l’Assessore all’urbanistica marinese Andrea Trinca. Pur trattandosi di un atto pubblico, la notizia è rimasta finora ignota ai più. L’oggetto della delibera riguarda l’accordo Polverini-Palozzi “di cui alle delibere di giunta regionale del Lazio n.123/2011 e delibera di Consiglio comunale n. 35/2011”. L’Assise marinese ha deliberato la “sospensione dei suoi effetti sino all’adempimento e/o alla risoluzione con contestuale invito alla Regione Lazio e ai soggetti proponenti ad adempiere a quanto previsto nel medesimo Protocollo”. Congelati anche i tre Print a servizio dell’affarone approvati con le delibere di Giunta regionale – regnante Polverini – n. 632 del 2011, 614 del 2012 e 16 del 2013. I Print sono «i Programmi integrati che hanno di fatto realizzato delle varianti urbanistiche» precisa l’Assessore Trinca.
BLOCCO, NON CANCELLAZIONE In soldoni, la delibera numero 2 sospende “in via cautelare l’efficacia del Protocollo d’intesa”. Un atto importante, che a ben guardare non cancella tout court l’operazione. Dopo la ricognizione dell’intero iter affidata al Sindaco Colizza il 27 settembre 2016 dal Consiglio comunale, questo nuovo provvedimento fa perno su “una serie di omissioni, criticità e carenze nella previsione, progettazione, finanziamento e realizzazione delle opere infrastrutturali delle opere infrastrutturali previste dal Protocollo di Intesa 14/06/2011 che costituiscono condizioni per la sostenibilità urbanistica degli interventi privati”.
TRINCA: «IMPOSSIBILE REVOCARE IN AUTOTUTELA» Riavvolgere il nastro e mandare al macero le delibere con cui il Consiglio comunale palozzista ratificò supinamente e a cose praticamente fatte l’operazione edilizia? Impossibile, dice l’Assessore all’urbanistica della Giunta Colizza: «Prima del nostro insediamento dalle famose delibere sono stati prodotti altri atti, è per questo che non è possibile ad oggi riproporre la famosa mozione di revoca in autotutela del 2013 presentata dall’allora Consigliere Comunale Adolfo Tammaro (oggi Assessore ai Lavori Pubblici) proprio perché a valle dell’approvazione dei PRINT, i Programmi integrati che hanno di fatto realizzato delle varianti urbanistiche, e della sottoscrizione di Convenzioni è cambiato il quadro autorizzatorio. Solo la provocazione puerile di alcuni Consiglieri di centro destra – bacchetta Trinca – poteva pensare di metterci in difficoltà quando nel corso del 2017 riproposero la stessa mozione in Consiglio comunale, forse speravano in qualche nostro passo falso».
ALTRI COMUNI COINVOLTI I privati hanno promesso di realizzare importanti infrastrutture – innanzitutto per la viabilità già soffocante -, cioè opere pubbliche indispensabili per ammortizzare l’impatto della cementificazione. Le opera di viabilità interesserebbero anche altri Comuni, come Roma, Ciampino, Castel Gandolfo, Albano e Ariccia. Ma il Consiglio comunale marinese sottolinea: “aspetto ancor più grave circa la reale fattibilità delle opere infrastrutturali risulta essere la mancata progettazione delle medesime – con obbligo a carico dei proponenti privati previsto dal Protocollo di Intesa 14/06/2011 – ed il loro mancato inserimento negli atti della programmazione dei Comuni di Roma, Ciampino e Castel Gandolfo nonché della Regione Lazio e Città Metropolitana, tutti soggetti interessati dagli assi viari e infrastrutturali previsti dall’Intesa e che devono essere coinvolti nella programmazione e progettazione di buona parte delle opere in questione”. Opere indispensabili senza le quali i cantieri non possono partire. Manca dunque anche la voce dell’Amministrazione grillista che guida Roma e l’Area Metropolitana.
GRAVI CARENZE RILEVATE Tra le carenze rilevate, “non risultano, in contrasto con gli impegni assunti nell’intesa, essere state mai rilasciate garanzie finanziarie, oltre che giuridiche e contrattuali per la realizzazione delle infrastrutture”, dice la delibera consiliare di febbraio. Ancora, il Comune di Marino rileva che certe infrastrutture a carico dei privati cementificatori non risultano nemmeno progettate, sottolineando la “mancata fattibilità tecnico realizzativa della Viabilità di Progetto di Accordo di Programma”, la “mancata armonizzazione dell’opera infrastrutturale citata”, “mancate garanzie di tutti i livelli di qualità previsti dalle norme sulla sicurezza stradale e per l’esecuzione ai sensi delle normative relative alla realizzazione di opere pubbliche sia in fase di progettazione, esecuzione e manutenzione”. L’inviato del futuro Ministro della Giustizia, Luca Lanzalone, chissà se lo sapeva.
La delibera n. 2 del 28/2/2018 che sospende Marino2 è stata approvata con 15 “sì” e 4 astenuti. Favorevoli: Carlo Colizza, Antonio Dibello, Simonetta Atzeni, Francesco Leandri, Anna Paterna, Alessandro Blasetti, Flavio Silvestre, Sante Narcisi, Marco De Petrillo, Barbara Gentile, Renato Ferrandi, Matteo Correani, Enrico Quaresima, Eleonora Di Giulio, Enrico Iozzi. Astenuti: Stefano Cecchi, Maria Sabrina Minucci, Gianfranco Venanzoni, Franca Silvani. Assenti: Diego Cappuccini, Valter Petrini, Paola Fantozzi, Cinzia Lapunzina, Pamela Ermo, Remo Pisani
O tutto o niente: possibile porta aperta ai cantieri?
La delibera comunale che sospende l’operazione “Marino2” evidenzia “l’assoluta necessità che si pervenga ad una realizzazione unitaria e non frazionata, con il rischio della realizzazione delle sole parti “private”, dell’intero intervento urbanistico”: palazzi e centro commerciale vanno fatti insieme, contestualmente a strade, rotatorie, verde pubblico, auditorium e altri servizi promessi dai costruttori. Ma la delibera non esclude “una più corretta rivisitazione dei procedimenti, degli atti, delle approvazioni, delle convenzioni e l’approvazione delle opere infrastrutturali in questione”, “confermando la propria piena disponibilità (del Comune, ndr) a partecipare ai relativi procedimenti e negoziazioni e a dar corso, per quanto di propria competenza, alle attività istituzionali e amministrative necessarie per la loro approvazione”. Altrimenti, dice la delibera, se perdurerà la mancata attuazione del punto 4 del Protocollo d’Intesa Polverini-Palozzi che prevede le opere infrastrutturali a totale carico dei privati, il Comune paventa la “conseguente possibile risoluzione di diritto del medesimo Protocollo di Intesa”. Con la delibera n. 2 , il Consiglio comunale di Marino ha delegato il Sindaco a “prendere immediati contatti con il Presidente della Regione Lazio per sollecitare la Regione ad avviare ogni iniziativa necessaria a dare attuazione agli accordi sottoscritti” con l’operazione Marino2. Agli incontri devono partecipare anche l’Assessore all’urbanistica marinese con una delegazione “ampliata con i Capigruppo in carica o loro delegati”. La sospensione – dice la delibera 2 del 2018 – sospende tutto “sino all’adempimento e/o alla risoluzione”. Quindi, viene da chiedersi: se rivisiteranno i procedimenti, se spunteranno le garanzie per le opere pubbliche a carico dei privati, se sistemeranno tutto il resto e attueranno il citato punto 4 del Protocollo tra Regione e Comune, partiranno i cantieri?
Daniele Castri e Francesco Buda