COSTI OCEANICI E 20 ANNI
Il nuovo acquario sotterraneo è grande 17mila metri quadrati, l’equivalente di quattro campi da calcio di serie A. Il costo per realizzare l’impianto supera quindi i 7mila euro a metro quadrato. Il progetto risale a venti anni fa, per la precisione al 1998. Ci sono voluti dieci anni solo per mettere insieme tutte le autorizzazioni e i permessi, altri 10 anni per costruirlo. Il cronoprogramma ufficiale del cantiere prevedeva che la struttura fosse ultimata e messa in funzione sei anni fa, nel 2012.
Ma il cantiere ora è finalmente concluso, inizia la fase finale di arredamento e allestimento: così sostiene la società proprietaria dell’impianto, la Acquario di Roma srl. In realtà c’è ancora da aspettare un bel po’ prima di vedere i pesci nuotare nelle vasche. L’apertura dovrebbe avvenire, il condizionale è d’obbligo, in tre fasi previste nei prossimi 12 mesi.
APERTURA A RATE MA «NESSUNO SCANDALO»
Stando a quanto annunciato il 2 luglio, una prima parte della struttura, ovvero l’ingresso, il bar e il ristorante, verrà inaugurata il prossimo settembre. L’acquario vero e proprio, entro dicembre. L’area expo, ovvero l’auditorium tecnologico, dovrebbe invece diventare fruibile entro giugno 2019. Salvo, hanno specificato più volte i proprietari, ulteriori imprevisti tecnici che potrebbero far slittare ulteriormente l’inaugurazione dell’impianto. «Finalmente – ha sostenuto l’ingegner Marco Staderini, Presidente della Acquario di Roma srl – possiamo parlare con la stampa e dare informazioni corrette su quella che è la situazione vera in cui si trova l’acquario. Per costruire questo impianto non è stato utilizzato nemmeno un euro di soldi pubblici, ma solo finanziamenti privati delle banche. Quando si parla di scandali e di situazioni strane – ha sottolineato – si tratta quindi solo di falsità: le cosiddette ‘fake news’».
È una notizia falsa anche quella dei ripetuti annunci dell’imminente apertura della struttura lanciati in questi anni?
NEL 2049 DIVERRÀ PUBBLICO
«Tra l’altro – ha sottolineato l’ing. Staderini – al termine del periodo concessorio, ovvero nel 2049, la struttura verrà consegnata alla società Eur spa e diventerà quindi di proprietà pubblica. Fino ad allora, il 5% del fatturato annuo verrà da noi rigirato ad Eur spa. Compresi gli arretrati relativi al periodo che va dalla data di apertura prevista originariamente, ovvero il 2012, fino ad oggi, con tanto di tasso di interesse del 2,5%. Cominceremo a pagare gli arretrati a partire dal secondo o terzo anno successivo al l’apertura dell’impianto. Il ritardo è stato determinato dai drammatici terremoti degli anni passati e dal cambio della normativa nazionale di settore. Le banche hanno sospeso i finanziamenti nei nostri confronti provocando uno slittamento nel cronoprogramma dei lavori. È stato faticoso riprendere il cammino, ma ora finalmente ce l’abbiamo fatta. Nei prossimi giorni indicheremo con un comunicato stampa la data effettiva di apertura al pubblico […] sui giornali invece leggiamo cose strane. Questa non è una semplice grotta, ma qualcosa di molto di più. Grazie a questa struttura – ha concluso Staderini – Roma si candida a diventare ancora di più la capitale del turismo italiano».
«UNICO AL MONDO»
«Vi dico solo una cosa: l’acquario di Roma valorizza il fondale di un lago – ha rincarato la dose l’ingegner Domenico Ricciardi, Presidente di Mare Nostrum Romae srl – una struttura unica in Italia e nel mondo. Certo, alcune ditte devono essere ancora pagate: i debiti sono pari al momento a circa 10 milioni di euro. Ma tutti hanno capito la situazione. In passato siamo già andati in concordato (fallimentare, ndr), ma abbiamo pagato tutti i debitori al 100%. Questo ha creato una solidarietà eccezionale tra tutte le parti in gioco. Quest’opera, che non è costata nulla ad Eur spa, renderà tantissimo. Attendiamo 3 milioni di visitatori all’anno. Abbiamo messo a reddito il fondo di un lago. Adesso spiegatemi voi se c’è qualche altra bella occasione di questo tipo in giro per Roma. Roma non è Mafia Capitale. Noi siamo un esempio buono, lo dico con orgoglio: Roma e i romani – ha concluso Ricciardi – hanno bisogno di questi esempi positivi».
PESCI VIRTUALI HI TECH
«L’acquario di Roma – ha detto invece il giornalista e moderatore della conferenza stampa, Beppe Delli Santi – è stato già definito più volte come un sogno. Sarà un acquario innovativo perché insieme ai pesci reali ci saranno anche dei pesci virtuali, la cosiddetta realtà virtuale e aumentata. L’acquario di Roma costituirà un modello per tutti gli acquari futuri». Tanta tecnologia al servizio dei visitatori, dunque. Forse però solo in futuro, visto che il video di presentazione della struttura, che avrebbe dovuto essere mostrato ai giornalisti presenti alla conferenza stampa, è saltato per due volte a causa di problemi tecnici e non è stato più proiettato. E sulle creature vere che potremo ammirare dal vivo? Nel corso della conferenza stampa abbiamo potuto sentire solo riferimenti vaghi. Tornando al virtual, sul sito ufficiale dell’acquario romano Sea Life racconta di squali, cetacei e delfini, cavallucci marini, piovre, razze, tartarughe, meduse, coloratissimi pesci…
Quanta acqua servirà all’acquario, a quale costo e chi ve la darà? La Acquario di Roma srl non lo ha saputo spiegare nel dettaglio ai giornalisti presenti alla conferenza del 2 luglio. «Della fornitura dell’acqua si occuperà Acea». Parola di Marco Staderini, Presidente della Acquario di Roma srl. Riferendosi alla municipalizzata del Comune di Roma, che ne detiene il 51%, il manager ha aggiunto che essa «è la principale società nazionale del settore idrico: un vero colosso. E, in particolare è leader del settore di gestione e distribuzione dell’acqua nel centro Italia. Serve la Campania, la Toscana e una parte importante del Lazio. L’importo preciso della fornitura non lo ricordo: vedremo in futuro. Non credo però che per noi sarà un costo stratosferico, la maggior parte dell’acqua sarà riciclabile».
Il laghetto dell’Eur adesso è di due colori perché le barriere sott’acqua fermano una parte dell’acqua. Se i lavori di costruzione dell’acquario di Roma sono finiti, perché non togliere quelle barriere? È una delle tante domande rivolte dai giornalisti ai proprietari della nuova struttura. «L’Acquario di Roma è stato costruito circa 13 o 14 metri sotto il fondo del lago – ha risposto Marco Staderini, Presidente della Acquario di Roma srl – quando verranno tolte le paratie, l’acqua sicuramente tornerà dello stesso colore nelle diverse parti del bacino. Per adesso, è ancora necessario tenerle. Però vi assicuro che l’acqua tornerà certamente omogenea».