185 ETTARI A CAMPO JEMINI
A interessare il gruppo sarebbe stato un ricco progetto nella zona di Campo Jemini, da un milione 850mila metri quadrati – cioè 185 ettari -, che coinvolge Dea Capital Sgr. La stessa società con cui avevano pianificato una nuova ondata di cemento a Marino sdoganata inizialmente dall’asse Palozzi – Polverini, cioè tra l’ex sindaco di Marino poi divenuto Consigliere regionale di Forza Italia – arrestato anche lui con Parnasi & co. – e l’allora governatrice del Lazio. Nella vicenda pometina entrano in ballo per una consulenza, tramite Luca Parnasi, i legali dello studio di Luca Lanzalone, all’epoca dei fatti presidente di Acea, consigliere per il nuovo stadio della Roma della sindaca Virginia Raggi e vicinissimo ai big del M5S. Uno dei legali, Stefano Sonzogni, consigliere comunale del Pd a Treviglio, nel bergamasco, intercettato mentre parlava con un collega, dice così: “Sì adesso guarda a maggior ragione bisogna vedere come finiscono le elezioni. Perché Pomezia è tutto legato al risultato elettorale… cioè Marino è in carica il sindaco va beh e quindi da quel punto di vista volendo secondo me si può anche… , come di… la cosa sta in piedi in ogni caso… appunto come come dici tu… c’è il Governo, c’è tutto… Pomezia è ovviamente molto legato a cosa succede con la nuova amministrazione che viene eletta”.
I MEDIATORI NAZIONALI AL LIVELLO LOCALE
E proprio in relazione a tale dialogo il Giudice per le indagini preliminari Maria Paola Tomaselli, nel disporre i 16 arresti di mercoledì 13 giugno, sostiene: “I due professionisti hanno assoluta consapevolezza che l’intervento richiesto è soprattutto di natura politica, in ragione della appartenenza del Lanzalone all’orbita del Movimento Cinque Stelle, dalché il conferimento dell’incarico rappresenta la modalità con la quale compensare l’attività, quantomeno, di avvicinamento degli amministratori delle aree geografiche dove insistono gli interessi imprenditoriali del Parnasi, al fine evidente di ottenere un trattamento di favore. È infatti chiaro dal tenore della conversazione, anche in relazione agli espliciti riferimenti fatti dagli interlocutori al colore delle amministrazioni comunali di Marino e Pomezia ed alla prossima formazione di un governo a presenza Cinque Stelle che l’attività che da loro dovrà essere svolta non sarà tecnica, ma di mediazione e diretta interlocuzione con le amministrazioni comunali preposte al rilascio delle autorizzazioni richieste o all’approvazione dei progetti, al fine di consentire il superamento degli ostacoli a ciò frapposti”.
NUOVO GOVERNO E CEMENTO A POMEZIA
“In tale ottica, quindi – prosegue la Giudice Tomaselli -, se nessun problema vi è per il Comune di Marino, già amministrato dai Cinque Stelle, l’avvento di un governo con la partecipazione del Movimento potrebbe risolvere qualsivoglia difficoltà in relazione al Comune di Pomezia, al di là dell’esito delle prossime elezioni comunali”. Di più, sulla determinazione del compenso che riguarda la realizzazione del progetto a Pomezia: “Anche in questo caso, il preventivo consente, ad avviso del giudicante, di ritenere che una parte di esso sia il prezzo della corruzione già consumatasi ed una parte dell’illecita attività di intermediazione concordata”. Intanto il Comune e a guida M5S ha tranquillamente deliberato l’ingresso di Acea in modo anticipato, con rincari del 50 e 60%, al posto della Infrastrutture DG. La stessa Acea “controllata” in teoria dal socio di maggioranza Comune di Roma della Sindaca Raggi, e nel frattempo affidata alla presidenza dell’avvocato Lanzalone da Genova a 250mila euro l’anno di stipendio.