«Sono felice che nonostante lo scontro con le solite armate di liste e coalizioni, il lavoro svolto in questi anni è stato riconosciuto dai cittadini attribuendoci il primo posto come forza politica della città. Abbiamo svolto una campagna sui temi e non sulle promesse, spiegando cosa abbiamo fatto in questi anni e cosa faremo. I cittadini ci hanno ripagato».
Facciamo un passo indietro. Ci racconta come è stato scelto il suo nome come candidato sindaco del Movimento 5 Stelle? Sappiamo che all’epoca l’ex sindaco appoggiava la candidatura della sua vice.
«Il mio nome è stato scelto tra chi aveva dato la disponibilità a ricoprire questo ruolo e deciso tramite una votazione palese. Non credo che ormai sia più importante chi ha votato chi in quel momento, visto che i cittadini hanno avallato questa scelta con il loro voto. Ciò che conta è che tutta la squadra che ha amministrato in questi anni sia unita nel raggiungere l’obiettivo della riconferma anche per i prossimi 5 anni».
Alcuni degli assessori che potenzialmente comporranno la sua Giunta (Mattias, Castagnacci, Raspa) sono stati allontanati dal precedente sindaco, oppure si sono dimessi. Ora tornano nella sua squadra. Può spiegarci questa scelta?
«L’assessore è un lavoro a tutti gli effetti. Un lavoro molto complesso perché ci si interfaccia con diverse realtà. Mattias, Castagnacci e Raspa hanno dimostrato in questi anni di saper interpretare questo ruolo al meglio grazie alle loro competenze. Come in ogni lavoro, l’ambiente ed il rapporto con il “capo” è importante. Questo rapporto di confronto e collaborazione è venuto meno in passato. Io in questi anni ho avuto modo di lavorare con loro su diversi temi e ne ho potuto apprezzare la serietà, competenza e dedizione al lavoro, tanto da affidargli nuovamente un ruolo da assessore».
Qual è stato il più grande errore del Movimento 5 Stelle – badi bene, non dell’Amministrazione comunale – in questi cinque anni? E qual è, invece, l’azione politica di cui va più fiero?
«Non saprei esprimermi su un errore in particolare che riguarda esclusivamente la parte politica e non governativa. Sicuramente in questi anni abbiamo fatto tanto e qualcosa poteva essere fatta meglio. Mi concentrerei sul futuro e sulla capacità di saper crescere e maturare che questa squadra ha dimostrato. L’azione politica di cui più vado fiero è sicuramente il lavoro di ottimizzazione delle risorse economiche tramite il bilancio, che nonostante le ancora attuali ristrettezze, ci ha permesso di fare investimenti e manutenzioni sul territorio che da troppo tempo non venivano eseguite».
Vuole rispondere all’ex sindaco, che ha proposto al Movimento 5 Stelle un apparentamento in vista del ballottaggio?
«Ho già risposto dal palco venerdì scorso: il Movimento 5 Stelle non fa apparentamenti o accordi. La legge elettorale comunale, a differenza di quella nazionale, prevede dopo il ballottaggio un vincitore che ha i numeri per governare. Rispettiamo profondamente la libertà di scelta degli elettori e sono sicuro che questi, anche se hanno votato al primo turno per una forza politica diversa, sapranno scegliere il meglio per Pomezia senza farsi influenzare da indicazioni di voto che hanno il sapore della vecchia politica».
In cosa il suo avversario è più debole di lei? Perché crede che potrà fare meglio di Pietro Matarese alla guida della città?
«Sicuramente non essere di Pomezia è un punto che penalizza molto il mio rivale. Non conosce le persone, non conosce la città e non conosce i quartieri. Rappresenta una coalizione in costante litigio tra loro e non può garantire un governo stabile alla città. È decisamente carente negli aspetti programmatici, non possiamo dimenticare l’Etna card e la facoltà di vulcanologia, chiaro segno che il programma è stato copiato da un comune siciliano e non scritto su misura per Pomezia come nel nostro caso. Inoltre, rappresenta quella vecchia politica che i cittadini di Pomezia hanno già scelto di abbandonare nel 2013, oggi non si può tornare indietro di 15 anni».
Il primo atto da sindaco è un segnale verso i cittadini. Quale sarà il suo?
«Partiremo subito da Torvaianica. Un restyling della passeggiata sul mare per sfruttare più possibile la stagione estiva già iniziata. Poi ci metteremo subito a lavoro sul piano del commercio e piano marketing specifico per arrivare pronti alla prossima estate. Identificare un primo atto è troppo riduttivo, avendo amministrato in questi 5 anni posso garantire che le priorità sono diverse e vanno affrontate tutte insieme. Parlo dell’estensione dei servizi primari, lo sviluppo economico e commerciale, gli aiuti alle persone e la tutela dell’ambiente».