Sempre più poveri nonostante la ripresa: il rapporto dell’osservatorio diocesano
Aumentano i poveri sul territorio della diocesi di Albano (che comprende 13 comuni, dai Castelli al litorale romano passando per Aprilia), nonostante una lieve ripresa dell’occupazione. È uno scatto con luci e ombre quello fotografato dal “Rapporto sul territorio 2017”, il documento a cura dell’osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse, interno alla Caritas della diocesi di Albano, presentato venerdì scorso presso lo stabilimento della Colgate Palmolive di Anzio. A un leggero aumento dell’occupazione, infatti, fa da contrappeso un aumento delle persone in condizione di povertà assoluta e relativa, e all’aumento della popolazione residente (per la presenza di persone straniere), si contrappone un calo delle nascite. La presentazione è avvenuta a cura di Daniela Notarfonso e Rita Antonelli del Centro famiglia e vita di Aprilia (il consultorio diocesano), alla presenza del vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, del direttore della Caritas della diocesi di Albano, don Gabriele D’Annibale e del direttore dello stabilimento di Anzio dell’azienda Colgate Palmolive, Michele Patete. «È da rilevare – spiega Daniela Notarfonso – che la popolazione a rischio di povertà è quella che ha risentito in misura maggiore degli effetti della recente lunga crisi economica, andando ad alimentare le aree di povertà relativa e di povertà assoluta. Ne è derivato un incremento nel triennio della povertà assoluta e di quella relativa, e una lieve contrazione della popolazione a rischio di povertà. Con riferimento alla situazione nel nostro territorio riferita alla fine del 2016, risultano circa 8000 persone a rischio di povertà (pari al 3,7% della popolazione residente) 51mila persone in povertà relativa (pari al 10,6% dei residenti) e 20mila persone in povertà assoluta, pari al 4,1% della popolazione residente». I dati sono stati raccolti da Giorgio Siciliano e Rosario D’Agata, grazie ai Centri d’ascolto diocesani che utilizzano OspoWeb (15 su un totale di 29), un sistema di archiviazione informatica dei dati anagrafici di chi si rivolge alla Caritas, messo in rete a livello nazionale. Ne emerge anche che la presenza di residenti stranieri nel territorio, già rilevante rispetto alla media nazionale, è cresciuta ulteriormente del 13% rispetto al precedente triennio, e rappresenta mediamente circa l’11% dell’intera popolazione residente. «Alcuni dati sui cambiamenti delle condizioni sociali, noti a livello nazionale – aggiunge Daniela Notarfonso – si confermano anche a livello locale: è in forte aumento il numero dei divorziati (oltre il 30% in più rispetto al 2012), così anche il numero di vedovi/vedove, che è aumentato di circa il 7,7%, mentre le nuove nascite sono in costante diminuzione anno dopo anno (5027 nel 2011, 4216 nel 2016) e la quota delle nascite da residenti stranieri è costantemente intorno al 15% dei nuovi nati».
«ASCOLTIAMO IL GRIDO DI CHI SOFFRE»
«Con questo Report, oltre ad offrire una fotografia della situazione di povertà sul territorio, desideriamo sollecitare la comunità ecclesiale, l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di continuare a investire su uomini e donne che generalmente non hanno voce, per essere a fianco di tutte quelle persone, italiane e straniere, emarginate e fragili, che ci sollecitano e ci chiedono di non restare indifferenti». Così don Gabriele D’Annibale, direttore della Caritas della diocesi di Albano, ha presentato il quinto Rapporto sul territorio, curato dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse. È, quest’ultimo, un organismo nato per aiutare la comunità cristiana a osservare sistematicamente le situazioni di povertà, disagio ed emarginazione presenti sul territorio, e le loro dinamiche di sviluppo, con il compito di comunicare quanto rilevato alla comunità ecclesiale e all’opinione pubblica, favorendo il coinvolgimento e la messa in rete dei diversi attori sociali impegnati sul territorio. Il documento, elaborato a partire dalle rilevazioni eseguite dall’equipe di lavoro della Caritas diocesana, prende in esame l’analisi degli elementi e delle informazioni su situazioni di disagio e povertà, lavoro e immigrazione sul territorio diocesano, raccolti a partire dal 2014 sino a quasi tutto il 2017, incrociando i dati pubblici ufficiali e quelli elaborati nella rete di 15 Centri d’ascolto parrocchiali.
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