Impegnati nella perquisizione domiciliare di una villa di Laboco, al confine coi Castelli Romani, nell’ambito di un’indagine per bancarotta fraudolenta, alle Fiamme Gialle della Compagnia di Colleferro non è però sfuggito un vero e proprio museo, ad ornamento sia del giardino che degli ambienti interni dell’abitazione, costituito – tra gli altri – da tronchi e porzioni di colonne, anfore da trasporto, un’iscrizione in lingua greca, pezzi di ceramica comune romana, valve di ostriche e denti.
Stando ad un esame sommario del direttore del Museo Archeologico Comunale di Colleferro, i reperti scoperti sarebbero di notevole importanza scientifica e culturale e proverrebbero da unico luogo, molto probabilmente una “domus” romana risalente al I ed il IV – V sec. d.C. Inoltre, la presenza di due piccoli pilastri decorati a rilievo, di epoca alto medievale (VIII -IX sec. d.C.) induce a ritenere l’edificazione, nello stesso sito, di una chiesa, verosimilmente uno dei tanti “oratoria” presenti nel Basso Lazio.
Gli oggetti potrebbero essere stati acquistati sul mercato clandestino proprio con i proventi derivanti dalla distrazione di beni ai danni dei creditori dell’impresa, di proprietà della coppia.
I reperti sono stati sequestrati e affidati in custodia al Museo Archeologico Comunale di Colleferro, in attesa delle operazioni di classificazione e delle determinazioni inerenti al restauro e all’assegnazione definitiva per l’esposizione al pubblico. I due coniugi sono stati denunciati, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Velletri.