Il Caffè di Latina ha ultimamente riportato un nostro sondaggio tra un campione di cittadini su di voi: la metà dicono che la vostra Amministrazione è uguale alle precedenti.
«Quando ci si avvia su un binario di legalità che comporta iniziali disagi, la città ha qualche difficoltà a superarli. Il giudizio va dato sull’intero quinquennio. Per ora possiamo dire di aver fatto molto, magari con difficoltà proprio perché abbiamo dovuto destrutturare il ‘sistema Latina’. So che c’è bisogno di soddisfare ancora altre aspettative».
Qualche esempio?
«In mezzo a mille difficoltà e attacchi abbiamo avviato l’azienda speciale ABC (rifiuti, ndr). che è oggi il simbolo di un nuovo modo di amministrare, come riconoscono anche fuori: è un passo importante verso la legalità e l’economia circolare. E poi basti pensare al riordino di tutte le congregazioni religiose che gestiscono scuole che erano in situazioni non proprio di legittimità, o ai vari regolamenti necessari a far funzionare tutto. Abbiamo una trentina di richieste per i patti di collaborazione da parte di associazioni e singoli cittadini: gestiranno e cureranno loro diversi spazi pubblici, come già accade con il parco San Marco. C’è chi si è stupiro del fatto di essere stato chiamato da noi: pensava che fosse già tutto deciso, coi soliti favori e clientelismi… Ma pure il Forum dei giovani sta vedendo una partecipazione molto allargata. Questo palazzo si è aperto a tutti e questa è una delle mie più grosse soddisfazioni, in questo modo nuovo di amministrare, seppure con diverse difficoltà. Anche l’urbanistica si è rimessa in moto, in modo sano, e a breve aprirà l’Ufficio di Piano, mentre va avanti il progetto per riqualificare le periferie ma anche aree centrali e il Lido, con 18 milioni ministeriali. Sono tutti passi verso la legalità».
E sulla sicurezza, altro aspetto molto sentito?
«È un tema essenziale per noi. L’anno scorso la Polizia municipale ha fatto oltre il 50% in più di multe, segno di un’attenzione cresciuta. Abbiamo attivato la videosorveglianza e a breve firmeremo il protocollo per il controllo di vicinato, praticamente i cittadini si danno una mano tra loro, e pure quello antiusura. Ma non facciamo leva sulle paure: noi siamo per i pogetti SPRAR e per l’inclusione (mostra la foto con Papa Francesco che ha apprezzato le attuali policitche di integrazione con gli extracomunitari a Latina, ndr). Siamo un modello per l’Anci (associazione nazionale Comuni d’Italia, ndr) con l’atelier Acantus, la sartoria dove lavorano persone richiedenti asilo politico. Nella zona pub voglio risolvere il problema sicurezza. E poi abbiamo fatto una rivoluzione nei servizi sociali con un bando che fraziona i lotti ed abbiamo riscontri positivi, anche grazie all’aver messo in rete la associazioni del terzo settore».
Oltre al tormentone delle buche, c’è quello di Latina città con il record di auto pro capite e i bus senza gara pubblica degli “amici in eterna proroga”…
«Sulla mobilità siamo soddisfatti: siamo la prima città di medie dimensioni ad aver avviato il car sharing (noleggio condiviso, ndr) con auto elettriche. Siamo anche il primo Comune in Italia ad aver fatto un bando pubblico per affidare il trasporto pubblico locale. Il servizio partirà il 1° luglio con una Ati (associazione temporanea di imprese, ndr) che ci mette il 100% di bus tutti nuovi e con delle app che informeranno l’utenza sui tempi di arrivo dei bus. Un primato notevole, visto che in Italia c’è l’abitudine della proroga, a Latina se ne sono fatte 14 e noi pure ci siamo visti costretti un paio di volte a prorogare per un contenzioso al Tar. Lo stesso giorno vedrà l’avvio del progetto per i lampioni tutti a led, che si ripagheranno coi soldi risparmiati sulla bolletta comunale: otterremo così un risparmio energetico di oltre il 70%, e la ditta esterna riqualificherà gli impianti».
Si sente di dire qualcosa sulle minacce lanciate dalle donne dei Di Silvio sgomberate nei giorni scorsi dall’alloggio Ater occupato abusivamente?
«Anche questo è un libro che si sta scrivendo, stiamo dando seguito a un protocollo con la Questura e continueremo a stare attenti e a vigilare affinché non tornino nei luoghi requisiti. Ringrazio le Forze dell’ordine».
Tutto perfetto o ci sono cose che non rifarebbe il Sindaco Coletta?
«Avrei lavorato meglio e subito sul decoro urbano. Forse siamo stati carenti su questo aspetto. Ma abbiamo trovato difficoltà ad operare secondo le “regole” del “sistema” che c’era. Il prossimo anno vorrei che fosse l’anno del decoro e della bellezza estetica, inizieremo a lavorarci da settembre. Sul verde pubblico abbiamo avuto un po’ di sofferenza anche quest’anno: è lo scotto che si paga quando ti metti sul binario della legalità».
E sulla sanità? L’alta diagnostica tiene banco e non risparmia veleni…
«Stiamo lavorando per portare il servizio nell’ospedale Goretti. Sento precedenti amministratori che parlano, loro che hanno creato danni economici e guasti enormi… L’alta diagnostica noi la vogliamo non solo in una struttura pubblica, ma gestita come un bene comune da soggetti pubblici con una chiaro e affidabile piano economico – finanziario».
Cosa non ha funzionato alle ultime elezioni per la presidenza e il consiglio provinciale?
Lei ha perso, eppure lo schieramento delle civiche (vere) era ampio e sembrava ben lanciato. «Il nostro è stato un risultato ottimo, ma ha vinto il vecchio modo di fare politica che la gente ha già colto».
Nel PD pontino rimproverano a Coletta di fare il “solista”…
«Il PD dovrebbefare un’attenta e sincera analisi sul perché è successo tutto questo al livello nazionale e locale. Facciano una sana autocritica, invece che insistere sulla logica dell’occupazione degli spazi con continue divisioni interne. E mi spiace, anche da persona che ha votato il PD, vederlo così. Con Zingaretti ho un ottimo rapporto e ribadisco la mia apertura al dialogo sui temi, al di là degli anatemi. Rivendico la mia autonomia nelle scelte: ascolto i consigli, ma poi scelgo io».
Anche trai suoi c’è qualche mal di pancia. Salvatore Antoci che ha detto che viene “trattato come lo scemo del villaggio”, senza chiarire se si riferisse a LBC… ma nemmeno lo ha negato.
«Certe esternazioni sono frutto della spontaneità del nostro movimento, del nostro approccio, a volte non si coglie con ingenuità la dinamica politica. Noi non abbiamo organismi di partito che impongono dall’alto scelte e linee».
E i cambi di Assessori in vista, al bilancio e alle attività poroduttive, sono solo colpa degli impegni di lavoro di Capirci e Costanti?
«Il rimpasto fa parte di un fisiologico ricambio che già in origine avevamo stabilito e che tiene conto anche delle esigenze professionali e personali di ognuno. Siamo persone libere senza attaccamento alle poltrone. Ed io sono altrettanto libero di scegliere. E tutto questo ha un valore».
E per il futuro?
«Voglio avviare una fase di studio per “Latina 2030”, su come la immaginiamo e la vogliamo di qui a quella data».
Come sta precedendo il percorso avviato con vari altri Comuni e con l’allora Amministrazione provinciale per mettere in mano pubblica il 100% di Acqualatina, e che vede Coletta ‘capofila’? «Abbiamo l’attenzione di sempre su questo tema. Ma il percorso della ripubblicizzazione è in fase di stallo, anche per via delle novità politiche provinciali. Confido nell’intelligenza del neo Presidente Carlo Medici nel continuare questo percorso come anche quello della rete intercomunale per la gestione dei rifiuti. Però mi domando se lo stallo è un fatto fisiologico o se non sia invece una patologia». Il Sindaco Coletta aveva annunciato che per acquistare le quote di Acqualatina in mano al privato Idrolatina e darle ai Comuni si contava sul ‘tesoretto’ dei canoni concessori che Acqualatina deve ai Comuni stessi. Anche quest’anno la Provincia ha sollecitato più volte Acqualatina a pagare. C’è uno strano clima di silenzio in merito. Ha pagato? «In Conferenza dei sindaci abbiamo calcolato 14 milioni di euro a dicembre scorso. A febbraio abbiamo chiesto alla società una rendicontazione dettagliata, che ci è stata fornita ad aprile e si riferisce al pregresso fino al 31 dicembre 2017. Stiamo ultimando le verifiche perché il Comune ha diverse utenze finora mai controllate da nessuno (neanche la relativa spesa). Risulterebbe che il Comune di Latina verso la società ha debiti per oltre un milione e 81mila euro, dalla fine del 2014 fino al 2017, mentre il credito del Comune verso Acqualatina per i canoni è di 934 euro e poco più. Questo ci prospetta Acqualatina: però dal resoconto contabile risultano effettuati dei bonifici bancari a favore del Comune che risalgono solo al periodo 2010-2012. Acqualatina non avrebbe pagato al nostro Comune i canoni concessori per gli ultimi sei semestri, parliamo di circa 135mila euro a semestre. A breve la nostra energy manager, l’ing. Luciana D’Ascanio, ci dovrebbe consegnare una relazione».