Un uomo di centrodestra, che non ha alcun problema ad avallare progetti come la maxi lottizzazione nota come Marino2, “disponibile a tutto” e con il solo problema di alcuni consiglieri comunali troppo rigidi e indisponibili al compromesso. Il primo cittadino di Marino, il pentastellato Carlo Colizza, viene descritto così dall’ex sindaco e attuale consigliere regionale azzurro Adriano Palozzi in una conversazione con l’imprenditore Luca Parnasi, intercettata dai carabinieri e parte dell’inchiesta che ha portato i carabinieri ad arrestare gli stessi Parnasi, Palozzi e altre sette persone, tra cui l’ex assessore regionale Michele Civita. Un dialogo relativo alle mire che il gruppo Parnasi avrebbe continuato ad avere nella riqualificazione urbanistica dell’area Divino Amore, per cui sarebbe stato alla ricerca di sponde nella attuale giunta targata M5S.
Secondo la Procura di Roma, l’imprenditore Luca Parnasi avrebbe costituito un’associazione per delinquere dedita a corrompere politici di qualsiasi schieramento per riuscire a ottenere vantaggi nelle proprie attività imprenditoriali. Un gruppo che da tempo avrebbe elargito denaro ai partiti, finanziando direttamente o indirettamente esponenti tanto della Lega quanto del Movimento5Stelle, tanto di Forza Italia quanto del Pd. Attività analizzate in particolare relativamente alle azioni compiute attorno al progetto dello Nuovo stadio della Roma. Ma non solo. Parnasi sarebbe stato infatti interessato, anche per problemi relativi all’impianto a Tor di Valle, a riprendere in mano il progetto della lottizzazione da oltre un milione di metri cubi a Marino, estesa su 50 ettari vicino al Parco dell’Appia Antica e dove portare a vivere 12.500 persone. Un progetto a cui, quando era sindaco, aveva dato l’ok, accogliendo una richiesta di variante al Prg, proprio Palozzi, ora uomo forte in Regione di Forza Italia, e poi frenato dall’attuale giunta a 5 stelle, insediatasi a Palazzo dopo che un’altra inchiesta, per corruzione e non solo, aveva spazzato via la giunta di centrodestra che aveva raccolto l’eredità del consigliere regionale.
In un dialogo tra Parnasi e Palozzi, che dall’imprenditore avrebbe ricevuto denaro in cambio del suo interessamento allo stesso progetto del nuovo stadio della Roma, intercettato dagli investigatori, è emerso così il nuovo interesse per il progetto a Marino e la particolare descrizione che l’esponente di FI fa dell’attuale sindaco pentastellato. “Ti preannuncio – dice Parnasi a Palozzi – che faremo un lavoro per trovare una sintesi con questi di Cinquestelle. Diciamo che io ritornerò pesantemente su questa operazione di Marino”. Ancora: “Bisogna trovare una sintesi sulla Convenzione, quale può essere una cosa che a loro può interessare come mediazione per far sì che il consenso ci possa essere quale è la …una mediazione politica”. Palozzi non mostra dubbi: “Lì non c’è mediazione perché sicuramente c’avrai il sindaco che sicuramente sarà disponibile a tutto. Però c’hai una buona parte della sua coalizione che se parte sta cosa lo mandano a casa…il giorno dopo…cioè lì c’è un gruppo di 5-6 consiglieri…La mediazione secondo me che ti chiederanno di togliere un po’ di cubatura”. Parnasi insiste e chiede consiglio al politico su come convincere i grillini sulla maxi lottizzazione e il consigliere azzurro insiste: “Guarda, ma il sindaco secondo me non c’ha nessun problema manco così. Io il sindaco lo conosco bene, caro amico, ogni tanto ci vediamo, lui è un uomo di centrodestra, sportivo pure nei ragionamenti, quindi non ha grandi problemi su quello. Faremo un’opera in più”. E Parnasi: “Qualunque cosa, non c’è problema”. Palozzi: “Il problema che lui c’ha là è..”. Parnasi: “Quei 4-5”. Palozzi: “Sì, anche se hanno già preso una bastonata sulla convenzione di Giannini, lo sai no? Hanno revocato una concessione che avevo lasciato io a Giannini. A Marino lì, sulla zona del Divino Amore ..ha fatto ricorso al Tar, l’ha vinto, poi ha chiesto 30 milioni di euro di danni Giannini”. A sostenere il progetto in consiglio comunale a Marino Palozzi assicura infine che sarà anche il centrodestra: “Ma io nel momento che lo faranno farò dire ai miei, che sono tutti all’opposizione, è quello che abbiamo sempre sostenuto, pronti a sostenere al Consiglio se ti mancano i numeri”. Parnasi: “Bravo, perfetto”. E Palozzi sottolinea: “Nun serve nemmeno che me lo dici”. Ma prima della “sintesi” auspicata dall’imprenditore è arrivata quella della Procura di Roma. E le iniziative di Parnasi e Palozzi si sono fermate davanti a un’ordinanza di custodia cautelare.