Colpisce dalle attività tecniche svolte dalla Polizia di Stato la capacità di programmazione dei vari reati, realizzata attraverso il metodo mafioso in ogni aspetto delle condotte che comprendevano l’utilizzo delle armi, atti incendiari, danneggiamento. Il gruppo, con una precisa struttura, regole e sanzioni in caso di violazione delle regole, ha monopolizzato il territorio attraverso la commissione di estorsioni sistematiche a tappeto secondo la regola mafiosa: l’importante è che paghino tutti, per creare consenso sociale. Oltre alle estorsioni a commercianti e imprenditori c’è un fatto nuovo che ha riguardato una categoria di professionisti, gli avvocati. Molti di loro hanno ricevuto la visita di alcuni componenti del gruppo, generando un particolare allarme, tanto che alcuni si sono rivolti agli organi di rappresentanza che hanno collaborato al buon esito delle indagini. È anche stata inviata una mail a tutti i professionisti con l’appello a denunciare. Alcune delle vittime delle estorsioni non hanno sporto denuncia o ritrattato, ma i mportante è stato anche il contribuito di un collaboratore di giustizia.
Nel tempo l’efficacia intimidatoria avrebbe consentito al gruppo criminale di abbassare il livello di violenza materiale da compiere verso le vittime. È un dato significativo: se non hanno più bisogno di esprimere azioni violente, vuol dire che hanno raggiunto il loro scopo di intimidire. C’era un gruppo specializzato in estorsioni che faceva capo ad Armando Di Silvio, chiamato Lallà. «Era capace di terrorizzare non solo il tessuto economico del pontino – hanno spiegato nella conferenza stampa, ma anche altri gruppi criminali non rom. La gerarchia, fortissima, gli consentiva di pianificare e controllare le iniziative criminose degli appartenenti.
Oltre agli avvocati e agli imprenditori, le vittime venivano prescelte sulla scorta di richieste che si rivolgevano ai rom per ottenere recupero crediti, che poi diventavano di assoluta proprietà del gruppo criminale. Tutto il gruppo si recava a più riprese a far visita alla vittima, terrorizzandolo con alcune frasi verificate nelle intercettazione, realizzando una persecuzione quotidiana a cui le vittime non riuscivano a sottrarsi.