C’è la zona industriale di Santa Palomba, a Pomezia, al centro delle indagini dei carabinieri delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Napoli e Roma, che hanno portato alla luce una rete di contatti e personaggi che avrebbero fiancheggiato l’attività del clan camorristico dei Polverino, tra la Campania e il Lazio. Nei giorni scorsi i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, coadiuvati dai colleghi di Roma, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare a carico di sette persone. Tre di queste risultano essere i latitanti arrestati nel 2016 a Santa Palomba e a Ronciglione (Viterbo), e sono indagati per aver detenuto documenti contraffatti. Un altro degli arrestati, L.V. di 58 anni, è colui che avrebbe messo a disposizione un intero stabilimento industriale, proprio a Santa Palomba, per custodire 1500 kg di hashish. Nei suoi confronti l’accusa è più grave: concorso esterno in associazione mafiosa. Questa stessa persona, infatti, avrebbe anche messo a disposizione dei due ex latitanti Giuseppe Ruggiero (allora inserito tra i 100 latitanti più pericolosi d’Italia) e Carlo Nappi una villetta in affitto nell’area industriale pometina, dove si sono nascosti fino alla cattura nel 2016, e avrebbe dato supporto logistico a un terzo latitante, Giuseppe Simioli, nascosto nel viterbese nel periodo in cui si trovava a Pavona. La posizione di tutti gli arrestati è al vaglio degli inquirenti.
31/05/2018