Ha vinto la sua battaglia Valeria Ferrara, la commessa di Aprilia che nell’autunno dello scorso anno si era incatenata davanti all’outlet di Castel Romano sulla Pontina, dove da anni lavorava in un negozio di abbigliamento di una nota griffe di moda dal quale – a suo parere in maniera punitiva, per aver chiesto di avere una domenica libera a turno – era stata trasferita d’ufficio a oltre 50 km di distanza: all’outlet di Valmontone. Alla fine di quasi un anno di lotta, dopo che il suo caso ha suscitato l’indignazione della politica locale, regionale e nazionale, il 20 maggio Valeria potrà tornare a lavorare nel punto vendita di Castel Romano. «Glielo ha fatto sapere la società con una fredda e-mail», commenta Francesco Iacovone, dei Cobas, il sindacalista che l’ha seguita passo passo in una sorta di “Davide contro Golia” del settore commerciale.
Il suo caso aveva attirato l’attenzione di tutti i media dopo la plateale protesta che la 31enne commessa, a ottobre 2017, aveva inscenato all’outlet: si era incatenata denunciando il suo trasferimento, che riteneva essere una decisione ingiusta e punitiva. Da oltre un anno Valeria lottava per ottenere un diritto per sé e per le sue colleghe: la possibilità di avere una domenica libera a turno. La società, invece, ha sempre negato la presunta “punizione” motivando il trasferimento con ragioni esclusivamente organizzative e aziendali. In ogni caso, oggi le cose sono cambiate. «Valeria Ferrara ha vinto, ha stravinto – si legge in un comunicato dei Cobas – Le telefonate tra noi, frenetiche, forse incredule, qualche lacrima e tante grida di gioia. Valeria, mamma di un bimbo di neppure tre anni, ha protestato, lottato, sofferto e alla fine, dopo 7 mesi lunghissimi, ha vinto. Un esempio enorme per tutti. Un capolavoro». Francesco Iacovone, dei Cobas, ha voluto ringraziare anche i giornalisti che si sono interessati al caso: «Grazie. Grazie a tutti quelli che hanno scritto anche solo una virgola su questa vicenda. È anche grazie a loro che abbiamo vinto questa battaglia».