DA RIO MARTINO A FOCE VERDE NEANCHE UNA DISCESA
Neanche gli interventi al porto di Rio Martino hanno infatti offerto una svolta al problema. Lavori che per i primi due stralci sono costati quasi 7 milioni, usciti dalle casse di Provincia, Regione e Mibact ed in parte pescati dal fondo del ristoro nucleare. Oltre ai già noti problemi per alcuni cedimenti della struttura e della duna, a fronte dei quali non sono ancora arrivati i certificati di collaudo da parte dell’ente provinciale, a Rio Martino non è stato appunto realizzato uno scivolo per la discesa a mare delle imbarcazioni. E quello presente sulla sponda di competenza del comune di Sabaudia è di difficile accesso per carenza di parcheggi e una strada troppo stretta. Ed ecco perché il punto di approdo presso il canale Mascarello risulterebbe vitale per i diportisti, pontini e non solo. Se non fosse che il passaggio è inaccessibile da oramai 14 mesi a causa di problemi di sicurezza del ponte di via Valmontorio. Un ponte che ha più di 60 anni e che è stato acquisito a patrimonio del Comune solamente nei primi anni 2000. Adatto al traffico veicolare, ma, stando ad una relazione dei Vigili del Fuoco e indagini diagnostiche commissionate dal Comune, pericoloso per la caduta di calcinacci, e quindi inadatto al passaggio sottostante.
SITUAZIONE MAI SANATA E MATASSA DI COMPETENZE
“Da quanto emerso dall’ultimo tavolo tecnico, non c’è alcuna possibilità che venga ripristinato il passaggio e lo scivolo a mare preesistenti”. Lo ha riferito l’assessore alle Attività produttive e al Turismo, Felice Costanti, nel corso in una commissione a cui hanno presenziato membri e rappresentanti delle varie associazioni dei diportisti. “L’attuale accesso al mare presso la foce del Mascarello – ha spiegato – è abusivo, non sanato per oltre mezzo secolo. E che non è possibile sanare. Non è neanche mai arrivato un assenso formale per l’utilizzo da parte di nessun ente”. Ci sarebbero infatti problemi sul fronte della compatibilità ambientale e del rischio idrogeologico dell’area. Criticità che riguardano anche il punto di ormeggio delle imbarcazioni, troppo vicino alla spiaggia. Il percorso per rendere accessibile il Mascarello agli operatori del mare passerebbe dunque per una serie di interventi: ripristinare l’alveo golenale del canale alterato negli anni; spostare lo scivolo di accesso nel punto in cui è presente una discesa naturale da adeguare con dei lavori; spostare il punto di ormeggio presso il tratto del canale per la presa d’acqua utilizzato in passato dalla centrale nucleare; mettere in sicurezza il ponte. Se per i lavori relativi allo scivolo e il punto d’ormeggio si potrebbe contare, in linea torica, su una compartecipazione di Sogin, in virtù di un vecchio progetto (che prevedeva anche un’area verde attrezzata) da realizzare con i fondi del decommissioning e finito nel cassetto, per gli interventi di manutenzione del ponte l’ente comunale dovrà contare interamente sulle proprie risorse. Se non fosse per un paio di magagne burocratiche. In primis, come ha confessato l’assessore ai Lavori pubblici Emilio Ranieri, non è detto che il ponte possa essere reso compatibile con le nuove norme tecniche di costruzione che prevedono una stringente valutazione antisismica. C’è poi il mosaico delle competenze tra Comune, Capitaneria di Porto, Consorzio di Bonifica e Regione, in quanto area ricadente sia in quelle di proprietà del demanio marittimo che in quelle del demanio idrico.
SOLUZIONE TAMPONE
Insomma una matassa che, nonostante una manciata di tavoli tecnici, non è stata ancora sbrogliata. Costanti ha annunciato così una conferenza dei servizi con tutti gli attori in causa, da indire entro maggio. Sullo sfondo però permane da tempo il destino di un altro procedimento amministrativo, quello al Piano di utilizzo degli arenili, impantanato da tempo negli uffici e in attesa di una Valutazione ambientale strategica (Vas). Un Pua che dovrà dunque essere esteso alla foce del Moscarello e aggiornato con la nuova proposta. Un passaggio sulle “beghe urbanistiche” che rischia però di rallentare il tavolo tra gli enti. Con il rischio che la soluzione tampone non sia pronta nemmeno per questa estate. Perché – dopo interrogazioni, discussioni in Consiglio e incontri tra le parti – la soluzione resta comunque temporanea, attuabile probabilmente solo durante i mesi estivi quando il rischio idrogeologico è pressoché minimo. Ed è, in sostanza, quello che hanno fatto notare i diportisti – tramite le parole di Maurizio Scalia del comitato “Noi e il Mascarello” – che hanno consegnato un documento congiunto con spunti per la progettualità sul Mascarello. Magari un piccolo porto, dicono. Anche se visti i tempi che hanno scandito la proposta e i lavori su Rio Martino, sembra quasi utopia.
Alessandro Martufi