Chi non è mai stato qui potrebbe chiedersi se in fase di progettazione abbiano scelto di seguire uno stile minimalista oppure se le giostre siano state portate via in un secondo momento. Nessuna delle due ipotesi è da escludere. Ancor meno fortunati i bambini che frequentano il parco di via Levante, costretti a fare la fila per l’unico gioco disponibile: un vecchio cavalluccio a molla abbandonato a se stesso, come l’unico superstite su un campo di battaglia. Decisamente migliore la situazione al parco di via Rumenia, completo del corredo scivolo-altalena-cavalluccio (il quale qui sembra un po’ meno triste): da solo ha più giochi dei due giardini precedentemente citati, messi insieme.
Tra le tante differenze di trattamento riservate alle zone periferiche c’è anche questa: per eguagliare il parco meno fornito di Pomezia bisogna sommarne tre, tra Torvaianica e Martin Pescatore. E parliamo di quello meno curato. Chissà quanti ne servirebbero per pareggiare col parco di via De Gasperi, fiore all’occhiello del verde pubblico pometino. Un paio d’altalene si potrebbero anche aggiungere, non vi pare?