Una brutta storia di accuse e controaccuse, giocata su un messaggio audio privato diffuso e in seguito pubblicato da alcuni giornali, sta agitando in queste ore il centrodestra di Pomezia. Sul banco degli accusati il coordinatore locale di Forza Italia, Raimondo Piselli, di cui il coordinatore provinciale Adriano Palozzi chiede le dimissioni a seguito della diffusione di un audio Whatsapp – inviato da Piselli a una sua conoscente – in cui secondo Palozzi si inviterebbe a fare il voto disgiunto alle elezioni regionali del 4 marzo in favore del candidato Sergio Pirozzi, avversario di Forza Italia che invece sosteneva Stefano Parisi. Un comportamento verso il partito, secondo Palozzi, inaccettabile, ma che Piselli respinge con tutte le sue forze annunciando anche di voler querelare chi ha contribuito “alla creazione di questa abominevole macchina del fango”. Sebbene Forza Italia non abbia ancora scelto il proprio candidato sindaco, è noto che Raimondo Piselli aspira a correre alle elezioni per la fascia di Primo cittadino di Pomezia e, secondo il coordinatore pometino, tutta questa vicenda sarebbe mirata proprio a spingerlo a ritirare la propria candidatura.
Nella vicenda si percepiscono forti dissapori pregressi tra Piselli e Palozzi. «Credo che una persona che dice queste cose in maniera così convinta e decisa – ha dichiarato Palozzi alla testata “Le Città” – non possa rimanere a fare il coordinatore di Forza Italia in un Comune importante come Pomezia e, soprattutto, non possa ambire minimamente a fare il candidato sindaco per lo stesso partito che ha rinnegato alle regionali. Mi aspetto quindi le sue dimissioni a stretto giro». Piselli invece parla di strumentalizzazione delle sue parole a fini politici, precisando invece che la sua indicazione di voto disgiunto a favore di Pirozzi sarebbe stata motivata da una precisa richiesta della sua amica, che gli avrebbe chiesto come si potevano votare due candidati appartenenti a coalizioni diverse.
Il coordinatore pometino di Forza Italia, ben lontano dall’idea di dimettersi, ha anticipato che procederà «alla presentazione di una denuncia querela nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato alla creazione di questa abominevole macchina del fango perché è inammissibile che un messaggio privato venga divulgato, non contestualizzato ed utilizzato, a 45 giorni dalle elezioni comunali, per far dimettere un candidato con motivazioni quasi di carattere intimidatorio e ricattatorio e per di più in più con un’illecita divulgazione a terzi soggetti al solo fine di screditare con menzogne e bugie la carriera politica di una persona».
«Credo anche – scrive Piselli – che tale tentativo di screditare la mia persona con lo scopo di far ritirare la mia proposta di candidatura a Sindaco di Pomezia (sicuramente perché da anni ho cercato di non coinvolgere personaggi che politicamente ritengo poco credibili ed incapaci di interpretare il sentimento di rinnovamento che è necessario oggi alimentare con una politica nuova e di territorio) sia stato dolosamente organizzato alle mie spalle anche al fine di agevolare l’altra coalizione di centro destra che ha espresso il candidato generale Pietro Matarese. A scanso di equivoci dichiaro pubblicamente di considerare il Generale Pietro Matarese quale una persona autorevole e di prestigio e, proprio per il suo ruolo, mi permetto di suggerirgli di verificare che nessuna delle persone a lui vicine all’interno dell’organizzazione si sia prestata a questa pessima azione di delegittimazione ordita a mio danno attraverso la divulgazione di conversazioni private».