Carcere di Velletri “Ospedale psichiatrico o Carcere?”. Ancora una volta nel Carcere di Velletri si sono verificati disordini da parte dei detenuti che hanno problemi di natura psichiatrica. Infatti, nella mattinata del 27 aprile un altro giovane detenuto di origine tunisina, ristretto nel Reparto Isolamento ha prima iniziato ad urlare senza controllo rompendo tutti i suppellettili della propria cella, per poi appiccare fuoco al materasso del sul letto. A farne le spese sono stati gli altri detenuti ristretti nella stessa sezione (alcuni di loro hanno gli stessi problemi psichiatrici) e all’Agente addetto al controllo, tutti rimasti intossicati dal forte fumo nero emanato dal materasso in fuoco. Fortunatamente nessuno ha riportato gravi danni alla salute. A darne notizia sono i sindacalisti dell’Ugl Polizia Penitenziaria Carmine Olanda e Ciro Borrelli: “Il detenuto tunisino – spiegano i due – a causa dei suoi problemi di natura psichiatrica molto accentuati e del suo comportamento anomalo ed ingestibile ha girato numerosi Istituti Penitenziari, dove ha sempre causato disordini e invece di essere curato fa il turista per le carceri. Come sindacato abbiamo sempre denunciato alle Autorità che la Polizia Penitenziaria non può assolutamente gestire da sola i detenuti che hanno questa tipologia natura psichiatrica applicando solo ordini di servizio di grande, grandissima e sorveglianza a vista. La gestione di questa tipologia di detenuti deve essere gestita dal Servizio Sanitario specializzato al caso. Abbiamo scritto alla Direzione del Carcere di Velletri – continua Olanda – chiedendo di fare attivare con urgenza il servizio sanitario psichiatrico ad oggi parzialmente in funzione. Abbiamo un Repartino ristrutturato per essere adibito alla gestione dei detenuti Psichiatrici, ma attualmente è chiuso senza la conoscenza dei motivi nonostante le nostre numerose segnalazioni che non hanno mai avuto riscontro. L’ ASL RM6 di Albano Laziale – concludono Olanda e Borrelli – continua a non sentire e a lavarsi le mani lasciando questa tipologia di detenuti alla sola gestione della Polizia Penitenziaria, quando ci dovrebbero essere a disposizione per ogni turno tutte le figure professionali Psichiatri ed Infermieri. Chi di competenza si deve prendere la sua responsabilità e non girasi dall’ altra parte. Auspichiamo che non succeda prima il peggio per poi intervenire”.
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