“Sono stati querelati tutti”. Una scritta rossa e bianca, a caratteri cubitali, così sottotitolata: “La diffamazione e la calunnia non sono libertà di parola”. Era questo il post con cui, nel marzo del 2016, l’ex sindaco di Pomezia Fabio Fucci annunciava tramite la sua pagina facebook personale (“Fabio Fucci – sindaco di Pomezia”, ora soltanto “Fabio Fucci”) che i consiglieri comunali 5Stelle e la Giunta avevano proceduto a sporgere querela per diffamazione per alcune affermazioni fatte su Facebook che lui attribuiva ai “nostri detrattori”. Oggi sappiamo che la denuncia in questione riguardava una ex consigliera comunale del Pd, Imperia Zottola, un esponente del Partito Democratico locale, Danilo Risi, nonché quattro comuni cittadini, che si sono visti querelati dal sindaco della loro città.
La loro colpa, secondo gli ex consiglieri di maggioranza, gli ex assessori e l’ex sindaco, era quella di aver postato alcuni commenti su Facebook muovendo feroci critiche all’Amministrazione pentastellata di Pomezia. “A tutto c’è un limite – scriveva Fucci – Avremmo voluto evitarlo ma a questo punto è giusto che i responsabili ne rispondano davanti ad un giudice”. E quel giudice si è espresso per ben due volte, entrambe dandogli torto: nessuno è stato diffamato.
OPPOSIZONE ALL’ARCHIVIAZIONE – L’ultimo pronunciamento è datato 19 aprile 2018, ieri. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Velletri ha archiviato il procedimento nei confronti di Risi, Zottola e degli altri quattro querelati. Lo ha fatto dopo che già nel settembre 2016 il pubblico ministero si era espresso in favore dell’archiviazione. Solo che l’avvocato Luigi Leoncilli, legale incaricato dai pentastellati, si era opposto all’archiviazione chiedendo di analizzare di nuovo la documentazione presentata nella querela, con il risultato di portare avanti la questione che si è conclusa, appunto ieri, con lo stesso risultato di due anni fa. Non c’era diffamazione. Ma di certo ci sono stati molti soldi sborsati dalle parti in causa per le spese legali.
22 QUERELANTI, TRA CONSIGLIERI, ASSESSORI E SINDACO – Ben 22 i firmatari della querela per diffamazione: l’allora sindaco Fabio Fucci e gli assessori Federica Castagnacci, Elisabetta Serra, Giuliano Piccotti, Giovanni Mattias, Emanuela Avesani, Lorenzo Sbizzera. Nonché i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Renzo Mercanti, Mirella Monti, Stefano Alunno Mancini, Federica Mercanti, Giuseppe Raspa, Dario Vitiello, Daniela Sorrentino, Francesca Stefanutti, Salvatore Pignalosa, Claudia Picca, Nicola Castelmezzano, Adriano Velli, Francesca Romana Monni, Adriano Zuccalà (ora candidato sindaco del M5S), Gianfranco Petriachi. Oggi le strade degli ex consiglieri comunali e della Giunta si sono separate, ma allora c’era comunanza di intenti.
PERCHÉ NON FU DIFFAMAZIONE – Di fatto, secondo il giudice, i post incriminati non erano altro che espressione del legittimo diritto di critica. Inoltre, per quanto riguarda Risi e Zottola, seguiti dall’avvocato Luca Goffredo, è stato tenuto conto del loro impegno politico e della carica elettiva rivestita dalla ex consigliera del Pd. Nell’agone politico, secondo i giudici, c’è maggiore tolleranza nei confronti di toni anche particolarmente aspri. I post di Imperia Zottola, si legge nell’atto firmato dal Gip, “Non travalicano il limite della continenza in quanto da ricondurre entro l’agone politico” mentre i commenti di Danilo Risi riguardavano “fatti specifici già rimessi all’esame della comunità locale, interpretati senza trasmodarne il significato in gratuiti attacchi personali”. Gli altri cittadini querelati, invece, non avendo fatto nomi né reso individuabili in maniera certa i destinatari delle loro feroci critiche, non possono essere giudicati per diffamazione.
di Martina Zanchi