“Nell’assemblea comunale del partito svoltasi a maggio – ha spiegato Cozzolino – il Pd di Latina ha deciso di convergere su Damiano Coletta, in linea con gli indirizzi votati dalla direzione provinciale che guardavano verso l’esperienza del civismo, proposti quando il fronte civico era ancora unito. Dopo la spaccatura delle Civiche Pontine e la candidatura di Giada Gervasi appoggiata dalla Lega, una parte del partito ha preso una direzione diversa”. Il Pd, dunque, somiglia ora ad un mostro a due teste. Una, rivolta verso il civismo, invoca un taglio netto del dialogo (politico o istituzionale?) intavolato con il centro-destra – c’è chi parla di “spartizioni di potere” come Carla Amici, sindaco di Roccacorga e candidata (non eletta) al consiglio regionale all’ultima tornata elettorale, e chi utilizza parole più morbide, come Nicoletta Zuliani, consigliera comunale di Latina, rimarcando un’incompatibilità sui temi. L’altra – l’ala maggioritaria, “moscardelliana” – difende la strategia politica dietro la candidatura di Medici e, tramite le parole del segretario provinciale Salvatore La Penna, bolla come “scorrette” le firme per il primo cittadino di Latina.
Anche se poi c’è da considerare un dato, politico, che Cozzolino non esita a ricordare: “Se avessero votato i cittadini, queste alleanze (ndr. L’accordo tra Pd, Forza Italia e Idea per la candidatura di Medici) non ci sarebbero state”. E d’altra parte l’intesa tra il Pd latinense e Lbc aveva già iniziato a prendere forma lo scorso settembre, durante quello che è stato il primo confronto pubblico tra i due segretari, andato in scena in occasione della festa comunale del partito. Ed ha acquisito contorni più nitidi durante la campagna per le scorse elezioni regionali, condita dall’endorsement di Coletta a Zingaretti. “Un percorso portato avanti da tempo e che ci ha visto confrontarci alla luce del sole – ha commentato Pietro Gava – Sia noi che il Pd alle elezioni del 2016 ci siamo presentati come forze alternative alle destre. Basti pensare ai punti in comune che aveva il programma di Damiano Coletta con quello di Enrico Forte. L’idea è quella di arrivare a un fronte più largo per raccogliere la sfida lanciata da accordi di conservazione che vedono protagonista il centro-destra”.
E poi la stoccata al Pd, o almeno a quella parte di Pd – la maggioranza – che si è seduta al tavolo con Forza Italia: “Non posso non definire conservatore un patto con Fazzone e Tiero, questa è una mia valutazione. Gli accordi con Forza Italia hanno penalizzato il Pd alle ultime elezioni del 4 marzo. Lo hanno definito accordo istituzionale, ma devo capire ancora su che basi. Il nostro accordo con il Pd è frutto di un dialogo sui temi”. Acqua pubblica e rifiuti, per la precisione. Sullo sfondo la partita sul cda di Acqualatina, prossimo al rinnovo. E intanto l’asse parallelo tra i “frondisti” del Pd e Lbc appare sempre più saldo in vista delle consultazioni del 29 aprile, appuntamento che, nonostante i numeri delle firme dipingano come probabile la vittoria di Medici, grazie al voto ponderato potrebbe riservare alcune sorprese.
Alessandro Martufi