Lo scorso anno, nell’ambito dell’inchiesta “Evergreen”, Placidi è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Nettuno. Dopo due anni di indagini nell’ambito degli appalti affidati dall’ufficio comunale ambiente di Anzio, gli inquirenti si sono convinti che a Palazzo fosse stato messo in piedi un sistema corruttivo, con imprenditori pronti a pagare fino al 20% delle somme ottenute pur di aggiudicarsi gli affari. Ritenendo sussistenti i gravi indizi a carico di Placidi, la Cassazione ha battuto tra l’altro sulle dichiarazioni del funzionario comunale dell’ufficio gare, Aurelio Droghini, specificando che il funzionario “ha denunciato l’ingerenza criminosa di Patrizio Placidi (assessore alle politiche ambientali) ai fini della aggiudicazione delle gare d’appalto aventi ad oggetto l’assegnazione del servizio di manutenzione del verde pubblico del Comune”. Ed ecco la storia dei “corvi”.
“Non ho fatto alcuna denuncia nei confronti di Placidi – assicura Droghini – ma ho semplicemente consegnato alla Guardia di finanza un cd, contenente la registrazione di una conversazione, che ho ricevuto da un anonimo per posta”. Si scopre così che mani ignote hanno lasciato nella cassetta delle lettere del funzionario comunale un cd audio, contenente una conversazione tra Placidi, il suo socio Marco Cappuccini e l’imprenditore Gianluca Crespi. Un dialogo “pesante”, che il funzionario comunale, visto che sulla lettera ugualmente anonima che accompagnava il compact disc si leggeva che era stato indirizzato anche alla Procura e alla Prefettura, ha ritenuto opportuno consegnare alle Fiamme gialle. “Ho dato tutto a loro, affinché ne facessero l’uso che ritenevano più opportuno”, precisa il funzionario. Qualcuno dunque, seppur in forma anonima, ha cercato di rompere il “sistema”. E man mano “Evergreen” ha preso il volo. Tanto che l’imprenditore Crespi, titolare della ditta individuale “Garden4you”, è lo stesso a cui Placidi avrebbe fatto pressioni per far vincere la gara per i rifiuti alla “Gesam”. Particolare confermato dallo stesso imprenditore agli investigatori, assumendosi anche la paternità di quella registrazione giunta in maniera rocambolesca nella cassetta delle lettere di Droghini.