“Così non si rispetta la clausola di salvaguardia entrata in vigore con la sottoscrizione del protocollo sullo SPAR”, aveva tuonato il sindaco dopo l’indiscrezione dell’arrivo dei migranti a La Fiora. Contestualmente Procaccini aveva annunciato di voler sospendere l’accordo sullo SPRAR, chiedendo un incontro urgente al Prefetto. Una “chiacchierata” informale (tenuta a Latina il 29 marzo) da cui è emerso, tra l’altro, che la cooperativa interessata ad aprire il CAS a La Fiora si sarebbe tirata fuori optando per un’altra località, non a Terracina. Il Prefetto Maria Rosa Trio, inoltre, avrebbe accolto le richieste di Procaccini sulla necessità di maggior coinvolgimento nel processo di destinazione dei migranti (anche sotto l’aspetto del paese di provenienza) e del “bloccare” momentaneamente il rilascio delle autorizzazioni per i CAS a Terracina.
Di contro il sindaco si sarebbe impegnato a considerare la questione migranti nella sua complessità come esigenza nazionale. In soldoni: “SPRAR per adesso sospeso ma che verrà attivato concretamente – con l’apertura di un centro – nel corso del 2018”. Esisterebbe peraltro la necessità di rivedere (al rialzo n.d.r.) le percentuali abitanti/migranti da prendere a riferimento. Il 2,5 per mille, che vista la popolazione di Terracina vale 116 unità, oggi non pare più attuale. Procaccini, nell’incontro avrebbe anche illustrato i progetti con cui il Comune intende coinvolgere i migranti in alcuni lavori socialmente utili (come la cura del verde) e, sulla base dei titoli di studio e delle abilitazioni, anche in mansioni amministrative.
Simone Tosatti