Nella Asl Roma6, i 16 operatori per salvare i consultori familiari in via di estinzione arriveranno. Ma a tempo determinato. Lo rende noto l’Assemblea delle dei Consultori dell’ASL Roma6, all’esito dell’incontro con il Direttore generale dell’Asl, Narciso Mostarda, che ha confermato la cosa: i nuovi indispensabili, benché insufficienti, operatori a breve verranno a dare man forte, ma a scadenza.
Nell’incontro tenutosi ieri, giovedì 29 marzo, il dottor Mostarda ha fatto il punto della situazione rispetto ai servizi consultoriali e alle 16 figure in arrivo nei consultori dei Castelli Romani e del litorale (quattro ostetriche, quattro infermieri, quattro psicologi e quattro assistenti sociali ) che sono in grave difficoltà.
Queste assunzioni erano state annunciate a fine gennaio dal Presidente della Regione Nicola Zingaretti: stanno procedendo come previsto, ha garantito il dottor Mostarda alle donne. Il direttore ha puntualmente spiegato che i 4 psicologi sono stati assunti e hanno già preso servizio per i prossimi 6 mesi. Attualmente si stanno portando a definizione le assunzioni dei quattro assistenti sociali. La direzione afferma che sta lavorando con sollecitudine inoltre nella ricerca, scorrendo le graduatorie, delle otto figure professionali mancanti, tra ostetriche e infermieri. Il fatto che questi operatori vengono chiamati a tempo determinato preoccupa le donne dell’Assemblea quando sarà scaduto il termine di questi 16 incarichi, cosa succederà? E poi, quanto può essere efficace il lavoro degli operatori a termine (pochi mesi) in un contesto socio-assistenziale dove la relazione nel tempo con l’utenza e il radicamento sono fondamentali? Hanno ribadito al Direttore Mostarda che i problemi nelle varie sedi dei consultori si aggraveranno nei prossimi giorni e mesi, quando andranno in pensione alcune figure. Ciò appesantirà la già difficile situazione degli operatori in servizio permanente, mettendo a rischio l’apertura al pubblico di alcuni consultori dei Castelli Romani già dal mese di aprile.
In passato le donne e con loro i bambini e i papà, ma pure tutti gli altri utenti dei consultori sono stati traditi dalle false promesse lanciate dai predecessori dell’attuale Direttore Generale della Asl Roma6 Narciso Mostarda: hanno di fatto chiuso dei consultori sotto il naso della cittadinanza e Sindaci. Nell’incontro con il capo della Asl Roma 6 del 29 marzo, le donne hanno espresso preoccupazioni per le assunzioni a tempo determinato chiedendo conto al Direttore di ogni dettaglio. Esprimendo totale comprensione per la diffidenza e preoccupazione delle donne dell’assemblea, il Direttore ha ribadito di riconoscere i consultori familiari come strutture socio-sanitarie pubbliche a tutela della salute della donna, del bambino e della coppia. È seguito un confronto tra le parti improntato sulla volontà di collaborare ad elaborare un piano di emergenza a far fronte al tempo necessario per far prendere servizio ai restanti operatori della salute da assumere, ossia ostetriche e infermiere. Dopo anni di esperienza di dialogo con le istituzioni, l’Assemblea delle donne continuano ricordare le leggi vigenti. In particolare, l’obbligo di garantire un consultorio familiare ogni 20mila abitanti.
Ma nel territorio della Asl Roma6, che va dai Castelli Romani fino a Pomezia, Ardea, Anzio e Nettuno, ve ne sono soltanto 14 a fronte dei 26 stabiliti per legge, peraltro a orario ridotto e senza tutti gli operatori previsti dalla normativa. Nell’incontro Asl-Assemblea delle donne è emersa l’intenzione comune di lavorare nella stessa direzione per rilanciare e promuovere il valore dei Consultori come servizi di Livello Essenziale di Assistenza – cioè una realtà garantita per legge – partendo proprio dai 14 consultori esistenti, comunque in serie difficoltà.
Gli accordi presi lo scorso fine gennaio al cospetto dell’allora Direttore della Cabina di Regia del SSR Alessio D’Amato, oggi nominato Assessore regionale alla Sanità, al fine di coinvolgere le donne utenti dei Consultori si stanno umanamente onorando nel pieno rispetto dei ruoli che ognuno ricopre.
L’incontro di giovedì 29 marzo si è concluso con l’impegno delle parti di mettersi subito al lavoro e di concordare quanto prima un nuovo incontro per analizzare e monitorare che non vada dispersa nessuna energia e nessun consultorio. «Sanare la fiducia delle donne che da anni si battono per i loro diritti rappresentati anche dalla presenza di consultori efficienti sul territorio – fanno sapere dall’Assemblea delle donne -, sarà più difficile che rimettere in piedi i servizi territoriali ridotti all’osso, ma la Direzione Generale ha accettato la sfida».