Cercarono di uccidere a Rocca di Papa un boscaiolo con cui da tempo stavano discutendo e con cui avevano dei contrasti di natura economica. Questa l’accusa con cui sono stati condannati, in via definitiva, Giovanni Pizzicannella, 43 anni, Ivan De Luca, 35 anni, e Umberto De Luca, 44 anni.
Il 14 giugno 2014, in piazza Giuseppe Di Vittorio, venne soccorso e ricoverato in ospedale, con prognosi riservata, il 59enne Gabriele Giovanazzi. Il boscaiolo, preso a bastonate, aveva riportato traumi e gravi fratture alla testa. I carabinieri si misero subito sulle tracce di tre uomini che erano stati visti, dopo il pestaggio, allontanarsi a bordo di un’auto. Da alcune testimonianze e intercettazioni, emerse che i tre condannati, dopo una serie di dissapori con il boscaiolo, lo avevano aggredito e, mentre uno di loro lo teneva fermo, gli altri lo avevano massacrato a bastonate, fino a fargli perdere conoscenza. Nel corso del processo i tre si sono difesi dicendo che la vittima si era appropriata di materiale edile di loro proprietà, che li aveva minacciati con un fucile a canne mozze e con un machete e che non volevano assolutamente ucciderlo. Spiegazioni che in aula non hanno scalfito il castello accusatorio. Pizzicannella e Ivan De Luca, il 27 aprile 2015, sono stati condannati dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Velletri, a 6 anni e otto mesi di reclusione, e Umberto De Luca, accusato anche dell’aggressione a colpi di casco ai danni di Stefano Giovanazzi, fratello di Gabriele, compiuta otto giorni prima, a sette anni. I tre sono stati condannati inoltre a versare una provvisionale di 50mila euro al boscaiolo e soltanto Umberto De Luca a versare 10mila euro anche a Stefano Giovanazzi. Una sentenza per tentato omicidio confermata il 23 febbraio 2016 dalla Corte d’Appello di Roma e resa ora definitiva dalla Corte di Cassazione.