La misura cautelare si basa sulle indagini effettuate dai Carabinieri nel periodo 2013-2016, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Gallardo”, che hanno consentito di accertare l’esistenza a Roma di un agguerrito sodalizio dedito al narcotraffico, capeggiato dai fratelli Salvatore e Genny Esposito, figli di Luigi Esposito alias “Gigino Nacchella”, storico esponente del clan camorristico Licciardi di Napoli – Secondigliano, il cui nucleo familiare si era stabilito dapprima a Nettuno e successivamente trasferito nella capitale. L’indagine prende il nome dalla Lamborghini, modello Gallardo, nella disponibilità dei fratelli Esposito.
L’indagine ha permesso di documentare l’operatività di due distinte organizzazioni criminali, entrambe armate e dedite al narcotraffico, in stretta sinergia tra loro, di cui una diretta dai fratelli Esposito e l’altra da Vincenzo Polito.
In particolare, la compagine diretta dai fratelli Esposito si occupava prevalentemente della gestione della piazza di spaccio di via Maiolati, sita nel quartiere romano di San Basilio, nonché della fornitura di narcotico nella zona di Nettuno. Tale piazza di spaccio era strutturata secondo un modello tipico della camorra, ossia con dei “capi piazza” direttamente collegati ai fratelli Esposito, con numerosi pusher ai quali era imposto l’approvvigionamento dello stupefacente esclusivamente dal sodalizio, e con apposite vedette.
Un gestore della piazza si è perfino tatuato su un braccio i diminutivi dei nomi dei suoi capi, ossia “Sasà” e “Genny”, con i quali i fratelli sono conosciuti negli ambienti criminali capitolini. In una circostanza particolare, l’11 aprile 2015 a San Basilio, tre pusher vennero gambizzati per essersi riforniti da soggetti estranei all’associazione.
La compagine diretta da Vincenzo Polito era invece impegnata nell’approvvigionamento e successiva consegna di ingenti quantitativi di cocaina a Roma e provincia, avvalendosi della collaborazione di esponenti delle cosche di ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, le famiglie Filippone e Gallico, presenti nella capitale.
Il lavoro degli inquirenti ha permesso di sequestrare, nel periodo oggetto di indagine, 25 kg di cocaina, che avrebbero fruttato al dettaglio circa 6 milioni di euro, una pistola “Smith & Wesson” ed una pistola semiautomatica cal 9×21, entrambe oggetto di furto.
Contemporaneamente all’esecuzione delle misure cautelari sono state effettuate 44 perquisizioni, a carico di soggetti risultanti gravitare nell’orbita dei suddetti gruppi criminali, per lo più residenti nel quartiere romano di San Basilio, ma anche a Napoli, Nettuno e paesi limitrofi a Roma. Si tratta di pusher, vedette e vari galoppini delle associazioni colpite dall’operazione dell’Arma dei Carabinieri e della Dda di Roma.